Tumori testa collo: dieta e prevenzione

L’importanza della nutrizione nei pazienti con tumori testa-collo

In passato la malnutrizione era considerata un effetto collaterale della malattia, a cui rassegnarsi, non prevenibile e irreversibile. Oggi, invece, un corretto percorso nutrizionale è considerato uno degli aspetti su cui intervenire tempestivamente, come parte integrante delle cure oncologiche, per impedire e contrastare l’evoluzione della malattia.

Le cause e gli effetti della malnutrizione nei malati oncologici

Le cause della malnutrizione nel paziente oncologico possono essere molteplici:

• localizzazione della neoplasia
• localizzazione delle metastasi
• trattamenti terapeutici

Al momento della diagnosi, i pazienti affetti da tumori del distretto testa-collo presentano spesso una variabile compromissione della qualità di vita e dello stato di nutrizione, parametri che possono peggiorare nel corso dei trattamenti. È anche noto che uno stato di nutrizione alterato in maniera grave possa essere associato a una maggiore mortalità e a una più frequente necessità di sospendere i trattamenti oncologici.

È possibile riscontrare uno stato di malnutrizione sia per eccesso sia per difetto. La malnutrizione per difetto è determinata da una profonda discrepanza tra i fabbisogni nutrizionali specifici e la reale utilizzazione dei nutrienti assunti. Uno dei più comuni tipi di malnutrizione è la malnutrizione proteico-energetica. In presenza di una patologia come una neoplasia, una malnutrizione importante può sfociare in un quadro di cachessia, una grave forma di deperimento che ha forti effetti negativi sulla qualità di vita e sugli esiti delle cure. Nel paziente affetto da neoplasia, una grave perdita di peso dipende da vari fattori ed è associata ad una diminuita sopravvivenza, ad una scarsa risposta e/o tolleranza ai trattamenti radioterapici e chemioterapici, ad una ridotta qualità di vita, ad una più alta incidenza e durata di ospedalizzazione.

Un ruolo determinante è svolto dall’ipofagia, cioè dalla riduzione dell’assunzione di cibo, che può dipendere dall’impedimento nell’alimentazione naturale a causa di un’ostruzione meccanica, dagli effetti collaterali dei trattamenti o alla perdita di appetito, nota come anoressia neoplastica. Oltre che dalla ridotta assunzione di alimenti, tuttavia, le modifiche dello stato nutrizionale possono essere causate anche da alterazioni legate a come il metabolismo processa i nutrienti introdotti attraverso l’alimentazione. Va infine considerata una marcata riduzione della massa muscolare, che si manifesta come astenia, ridotta funzione fisica, riduzione della qualità della vita, fino a una progressiva inabilità. Gli effetti della malnutrizione sono evidenti dal fatto che circa l’80% delle persone colpite da un tumore avanzato va incontro a cachessia e il 30% dei pazienti muore per le gravi conseguenze della malnutrizione.

A testimonianza dell’importanza che il supporto nutrizionale sta acquistando per i pazienti, negli ultimi anni molte società scientifiche e associazioni si sono impegnate nel produrre e diffondere materiale informativo sulla nutrizione in oncologia. La Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e la Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo (SINPE) hanno infatti messo a punto nella Carta dei Diritti del Paziente Oncologico, l’appropriato e tempestivo supporto nutrizionale, per spiegare a malati e familiari i corretti principi in tema di nutrizione, rispondere alle richieste sull’alimentazione e spiegare come ricevere corrette prescrizioni nutrizionali.

Il trattamento nutrizionale e la nutrizione artificiale

Se l’alimentazione naturale è ancora possibile, il paziente può ricevere un piano dietetico all’interno di un programma personalizzato, realizzato da personale specializzato nell’ambito della nutrizione.

Se le quantità di alimenti assunti naturalmente sono insufficienti a soddisfare i fabbisogni nutrizionali del paziente, può essere necessario integrare l’alimentazione naturale con prodotti specifici da assumere previa prescrizione specialistica. Se anche quest’approccio risultasse insufficiente, il medico potrebbe consigliare il ricorso alla nutrizione artificiale, enterale o parenterale, in ospedale o a domicilio.

La nutrizione artificiale (NA) è una procedura terapeutica mediante la quale è possibile soddisfare integralmente i fabbisogni nutrizionali di pazienti altrimenti non in grado di alimentarsi sufficientemente per via naturale. La nutrizione artificiale si divide in:

• nutrizione parenterale (NP), ossia quella che consiste nel nutrire il paziente con delle miscele infuse nel circolo venoso tramite dei cateteri
• nutrizione enterale (NE), la quale comporta invece l’introduzione delle formulazioni nutrizionali a livello dello stomaco o dell’intestino tenue tramite delle sonde, che necessitano di precisi protocolli terapeutici e di un monitoraggio programmato, personalizzati a seconda dello stato metabolico e delle esigenze nutrizionali del singolo paziente

La nutrizione artificiale non vieta la possibilità, se correttamente valutata, di introdurre piccole quantità di alimenti per via naturale anche a scopo riabilitativo.

La nutrizione Enterale

La Nutrizione Enterale (NE) rappresenta la tipologia di nutrizione artificiale più diffusa e di prima scelta nei pazienti affetti da neoplasie del distretto testa-collo e, in generale, nei pazienti con apparato gastrointestinale funzionante. Permette di somministrare i nutrienti direttamente nello stomaco o nell’intestino, tramite sonde specifiche.

La sonda può essere:

• Introdotta dal naso con sondino naso-gastrico (SNG):

Rappresenta la tecnica più utilizzata, la più semplice da attuare e la meno traumatizzante. Il SNG è realizzato in materiale morbido, flessibile, resistente, adatto per la somministrazione di miscele nutrizionali di consistenza liquida. Viene introdotto attraverso la narice fino a raggiungere lo stomaco, sede naturale di arrivo degli alimenti. È indicato per la NE a breve termine (6-7 settimane). In pazienti particolarmente complessi, se ben tollerato, può rimanere in sede per periodi più lunghi anche se, in media, dopo 6 settimane deve essere sostituito.

• Posizionata nello stomaco tramite gastrostomia:

Richiede un intervento in endoscopia per creare una comunicazione tra la cavità interna (stomaco) e l’esterno attraverso la cute. Può essere eseguita in modo:

• chirurgico
• endoscopico (gastrostomia PEG).

Si utilizza per la somministrazione di nutrienti, farmaci e per decomprimere lo stomaco. La PEG ha una durata media di circa 1 anno ed è indicata per la NE in ambito domiciliare.

• Posizionata nel digiuno (digiunostomia)

Richiede un intervento chirurgico minore per creare una comunicazione diretta tra il primo tratto dell’intestino, chiamato digiuno, e la parete addominale anteriore esterna attraverso la quale si introduce la sonda nutrizionale. Viene allestita quando lo stomaco non è utilizzabile.

Può essere utilizzata per infondere:

• miscele per nutrizione enterale pronte del commercio
• integratori modulari.

Sono invece sconsigliate le miscele nutrizionali a base di alimenti freschi frullati a causa del maggior rischio di contaminazione batterica, del minore apporto nutrizionale e della possibile formazione di bolle, che possono causare crampi, dolori addominali e problemi digestivi.

La pompa nutrizionale

La pompa nutrizionale è un apparecchio che permette di somministrare farmaci e altri liquidi controllando l’erogazione. Si può regolare la velocità e la quantità di somministrazione. Può essere fissa o portatile se contenuta in zainetti o marsupi, consentendo maggiore libertà di spostamenti. La pompa deve essere accuratamente lavata e mantenuta.

La dieta durante la terapia

In più del 70% dei casi, i pazienti con tumori del tratto testa collo sottoposti a chirurgia, radioterapia e terapia medica oncologica presentano uno stato di malnutrizione precoce con perdita di peso e conseguente interruzione del trattamento. Questa problematica si osserva in maniera più severa durante la radioterapia a causa di effetti collaterali come mucosite, dolore, perdita dell’appetito, xerostomia (bocca secca), difficoltà a deglutire, mangiare e bere.

Di seguito alcuni consigli per combattere i più comuni effetti collaterali causati dai trattamenti.

Questi consigli non intendono comunque in nessun modo sostituire le terapie farmacologiche prescritte dal proprio medico.

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Xerostomia (bocca secca)

Condizione caratterizzata da particolare e duratura secchezza delle mucose della bocca, causata da una prolungata diminuzione della secrezione di saliva.

Consigli alimentari:

• bere almeno 1-1,5 litri di liquidi, acqua o bevande senza zucchero, specialmente durante i pasti per facilitare la masticazione e la deglutizione
• tenere in bocca un cubetto di ghiaccio per idratare la mucosa
• preferire cibi morbidi, ridotti in purea, tritati, cremosi, frullati, arricchiti con salse, sughi e condimenti per lenire il fastidio e inumidire la bocca
• mangiare frutta fresca (come per esempio melone, anguria, pesca)
• aggiungere succo di limone a cibi e bevande per stimolare la produzione di saliva (se non vi sono ulcere in bocca)
• masticare chewing gum o caramelle senza zucchero per stimolare la produzione di saliva
• evitare gli alimenti speziati, salati o acidi
• ridurre l’assunzione di caffeina
• ridurre l’assunzione di alcolici

Mucosite (stomatite)

L’infiammazione del cavo orale è un effetto collaterale molto comune nei pazienti affetti da neoplasia del distretto testa-collo. Può manifestarsi sotto forma di afte, ulcere, infezioni batteriche e fungine. Oltre ai farmaci normalmente prescritti dal medico, per combattere queste infiammazioni è importante prestare attenzione all’alimentazione e mantenere una corretta igiene orale. Si consiglia l’utilizzo di spazzolini con setole morbide e risciacqui con acqua e bicarbonato (evitando l’utilizzo di collutori alcolici).

È anche possibile fare risciacqui orali a digiuno con un cucchiaio di olio di girasole. Se la pulizia è eseguita correttamente l’olio di girasole diventerà biancastro. Dopo aver espulso l’olio, è possibile sciacquarsi un’ultima volta la bocca con acqua per eliminare tossine e microbi.

Consigli alimentari:

• preferire cibi morbidi, ridotti in purea, tritati, cremosi, frullati, molto umidi e poco salati, facili da masticare o deglutire, come omogenizzati, budini, yogurt e gelati. Si possono preparare dei frullati di frutta (sbucciata) con yogurt, bevande vegetali o vellutate di verdura. In caso di gravi mucositi, è consigliato consumare i cereali integrali sotto forma di crema
• bere molta acqua durante la giornata, aiutandosi con una cannuccia nelle situazioni più difficili
• evitare cibi caldi per non irritare bocca o gola. Meglio consumare cibi freddi, a temperatura ambiente o tiepidi
• utilizzare un cucchiaino per mangiare ed evitare di ingerire quantità elevate di cibo
• evitare cibi e bevande molto aspri, acidi o salati
• evitare spezie e i condimenti irritanti
• evitare cibi secchi
• evitare le bevande alcoliche

Nausea e vomito

Possono essere causati sia dalla sede del tumore, sia dai trattamenti a cui sono sottoposti i pazienti, ma anche da infezioni, fattori psicologici e stato emotivo. Se tali sintomi non sono adeguatamente gestiti possono causare perdita di peso, disidratazione, problemi metabolici e sbilanciamento di elettroliti.

Consigli alimentari:

• frazionare i pasti in 5-6 spuntini affinché lo stomaco non resti mai vuoto, masticando lentamente il cibo
• è preferibile che qualcuno prepari i pasti per i pazienti, oppure in alternativa si possono preparare i pasti prima, congelarli e poi riscaldarli successivamente
• evitare i cibi con odori forti
• evitare dolci, fritti, cibi grassi e cibi molto saporiti o speziati
• evitare bevande alcoliche e contenenti teina e caffeina
• preferire cibi a temperatura ambiente o freddi
• scegliere cibi salati e asciutti, ad alto contenuto di carboidrati, facili da digerire
• può essere utile masticare una galletta di riso integrale, meglio se salata o, in alternativa, aggiungere una punta di cucchiaino di miso al pasto
• lo zenzero può essere di aiuto (senza eccedere nelle quantità), sotto forma di tisana, candito, o da aggiungere alle preparazioni come radice fresca tritata o essiccata. Se si hanno però problemi di infiammazioni a livello del cavo orale l’utilizzo dello zenzero è sconsigliato
• in caso di nausea, inizialmente è utile mangiare solo cibi leggeri come minestre o budini di crema, e gradualmente aggiungere piccole porzioni dei piatti preferiti
• bere molta acqua durante la giornata, non solo durante i pasti, facendo piccoli sorsi. Bere anche tè, succhi di frutta e tisane

Ghiaccioli al limone verde e giallo con zenzero e pepe nero

Ingredienti per 6 persone

• 5 Limoni non trattati
• 3 Limoni verdi non trattati
• 30 gr Radice di zenzero pulita
• 160 ml Acqua
• 10 gr Miele millefiori
• 3 Bacche di pepe
• Foglioline di mentuccia

Facile

45 minuti

Snack

Valore energetico e caratteristiche:

kcal: 40pz – Ricchi di sapore grazie alla presenza delle erbe aromatiche e dello zenzero

Indicato per:

Xerostomia, nausea e vomito

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Procedimento

Lavare i limoni accuratamente. Grattugiate la buccia finemente e tenetela da parte. Schiacciate leggermente i limoni sul tavolo e poi spremeteli, filtrate il succo. In un tegame scaldate l’acqua e il miele per poco tempo. Fate in modo che il miele si sciolga, ma il tutto non prenda bollore.

Unite la scorza verde e gialla del limone, lo zenzero pelato e affettato finemente e le bacche di pepe schiacciate. Lasciate in infusione per almeno 30’. Filtrate il tutto al setaccio fine.

Scegliete lo stampo preferito e mettete in congelatore.

Infuso alla curcuma e zenzero

Ingredienti per 6 persone

• 50 cl Acqua
• 10 gr Curcuma
• 5 gr Zenzero
• 1 Cucchiaino di miele bio
• 1 Rametto di menta

Facile

15 minuti preparazione
5 cottura

Bevanda

Valore energetico e caratteristiche:

ca. 15 kcal – La presenza dello zenzero aiuta a combattere il senso di nausea; inoltre curcuma e zenzero hanno proprietà antiinfiammatorie, facilitano la digestione e stimolano il sistema immunitario

Indicato per:

Nausea e vomito

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Procedimento

Scaldare l’acqua fino a 90°C.

Grattugiare la radice di curcuma e la radice di zenzero. Porle in un filtro. Immergere il filtro nell’acqua calda e attendere circa 5’ per ottenere un’infusione ricca. Nelle giornate calde è possibile refrigerare l’infuso e berlo fresco durante la giornata. Scegliete sempre radici di provenienza italiana o bio. Le radici che arrivano da paesi extra UE potrebbero contenere pesticidi.

Cremoso di soia al pistacchio

Ingredienti per 6 persone

• 250g latte soia
• 200g pistacchio

Facile

20 minuti preparazione
40 cottura

Dessert

Valore energetico e caratteristiche:

kcal 324 – Carboidrati: 4,55 g – Proteine 10,86 g – Lipidi: 29,23 g – Fibra Tot 5,3g – Magnesio: 94,62mg

Indicato per:

Mucosite e stanchezza da ipomagnesemia

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Procedimento

Versate in un recipiente 250ml latte di soia freddo.

Aggiungete il pistacchio tritato.

Con l’aiuto di un minipimer miscelate bene il tutto fino ad ottenere un composto denso e spumoso, chiamato “cremoso”.

Servire freddo.

Minestra di funghi

Ingredienti per 6 persone

• 250 gr Funghi misti
• 2 Patate (250 gr circa)
• Prezzemolo
• 1/2 l Brodo
• 2 Cucchiai d’olio extravergine di oliva
• 2 Spicchi d’aglio
• 1 Cucchiaio di salsa di soia
• Sale
• Pepe

Facile

20 minuti preparazione
40 cottura

Primo piatto

Valore energetico e caratteristiche:

ca. 90 kcal a porzione – ricco in fibre e proteine vegetali

Indicato per:

Mucosite

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Procedimento

Pulire i funghi eliminando la parte terrosa del gambo con le radichette, lavarli brevemente sotto acqua fresca corrente, rimuovere la parte coriacea dei gambi e affettarli. Lavare le patate, sbucciarle e tagliarle a cubetti di un centimetro circa di lato. Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente su un tagliere con una mezzaluna. Scaldare il brodo. In una pentola da minestra mettere due cucchiai d’olio e farvi rosolare l’aglio spellato e leggermente schiacciato con i denti di una forchetta. Quando si sarà uniformemente dorato, toglierlo e aggiungere le patate e i funghi. Far rosolare per un paio di minuti a fiamma vivace, mescolando di continuo. Fare attenzione perché le patate tendono ad attaccarsi. Aggiungere un cucchiaio di salsa di soia, mescolare bene, quindi aggiungere il restante brodo caldo. Unire un pizzico di sale, un cucchiaio di prezzemolo tritato e cuocere coperto a fiamma media per 15 minuti. Girare di tanto in tanto. Trascorso il tempo di cottura regolare di sale, unire una grattugiata di pepe e far riposare 5 minuti prima di servire.

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Contenuti realizzati con il contributo di: Prof. Salvatore Artale, Direttore S.C. Oncologia Ospedale di Gallarate, ASST Valle Olona, Gallarate; Prof. Riccardo Caccialanza, Direttore UOC Dietetica e Nutrizione Clinica Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia; Prof. Paolo Pedrazzoli, Direttore S.C. Oncologia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia