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CAMPAGNA

Supporto, Vicinanza, Condivisione

Uniti contro il carcinoma renale

Il carcinoma a cellule renali è il più diffuso tumore del rene. Poco conosciuto, è spesso silente e asintomatico e viene per questo scoperto, nella maggioranza dei casi, durante accertamenti svolti per altre ragioni. “Fianco a fianco” è un progetto nato per aumentare la consapevolezza sul carcinoma renale attraverso la diffusione di informazioni corrette e aggiornate sulla malattia e per supportare pazienti e caregiver con consigli pratici.

COS’È

Tumore del rene: cos’è

Tra le patologie che possono interessare i reni, organi importantissimi per il nostro organismo e per la nostra salute, c’è il carcinoma renale o carcinoma a cellule renali (RCC, Renal Cell Carcinoma), una neoplasia che in Italia, nel 2023, ha fatto stimare circa 12.700 nuove diagnosi. Spesso silente e asintomatico, il carcinoma renale viene frequentemente scoperto per caso, attraverso esami clinici effettuati per altre ragioni. La corretta informazione rispetto a questa patologia è quindi di fondamentale importanza.

Che cosa sono i reni

Prima di parlare di cos’è il tumore del rene, è bene approfondire brevemente le caratteristiche principali di quest’organo. I reni sono organi simmetrici di colore rosso-bruno, caratterizzati dalla forma di un fagiolo e la grandezza di un pugno. Questi organi sono posti nella parte superiore posteriore dell’addome, ai lati della colonna vertebrale. La parte concava del rene viene chiamata ilo. Rivolta verso il centro del corpo, questa parte è il punto d’entrata per nervi, vasi sanguigni e linfatici, e uretere. L’ilo è collegato al seno renale, una rete di vasi sanguigni associati ai nefroni, strutture tubulari responsabili delle funzionalità principali dei reni: filtrare il sangue, eliminando l’acqua in eccesso e le sostanze di scarto attraverso l’urina, mantenere l’equilibrio idrosalino del nostro corpo e produrre ormoni importanti per il corretto funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. I reni possono essere colpiti da patologie molto comuni e note, come i calcoli renali, e in alcuni casi da malattie più complesse e importanti a livello clinico, come il tumore del rene.

Il tumore del rene

Il carcinoma a cellule renali costituisce circa il 90-95% di tutti i tumori del rene, mentre la restante parte è rappresentata da tipi di tumore renali meno frequenti, come il carcinoma a cellule transizionali, il tumore di Wilms (che colpisce maggiormente i bambini), ed i sarcomi renali.

Il carcinoma renale si origina dalla mutazione genetica di alcune cellule dell’organo, con una conseguente proliferazione incontrollata delle stesse. In generale, punto di partenza di questo fenomeno sono le strutture tubulari che costituiscono i nefroni. In casi meno frequenti il processo può iniziare anche da altre componenti, come ad esempio dalla capsula di rivestimento dell’organo, oppure da altri tessuti.

In genere è monolaterale, ma in una piccola percentuale di casi, dall’1 al 5%, il carcinoma renale può essere multiplo o bilaterale, può cioè manifestarsi in entrambi i reni. 

Quanto è diffuso

10°

Posizione del tumore del rene come neoplasia più diffusa in Italia

12.700

Nuove diagnosi stimate nel 2023

144.400

Le persone attualmente affette da carcinoma renale nel nostro Paese

Il tumore del rene è la decima neoplasia più diffusa in Italia, con 12.700 nuove diagnosi stimate nel 2023. In totale sono 144.400 le persone attualmente affette da carcinoma renale nel nostro Paese. Secondo le più recenti stime del 2023 dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), questo tumore interessa gli uomini circa il doppio rispetto alle donne: sul totale dei pazienti, infatti, 97.200 casi riguardano il sesso maschile e 47.200 casi quello femminile.

97.200

Casi riscontrati in soggetti maschili

47.200

Casi riscontrati in soggetti femminili

In generale, l’incidenza cresce all’aumentare dell’età, con un picco nell’ottava decade di vita: il rischio cresce dopo i 60 anni, mentre è meno frequente ricevere una diagnosi sotto i 40 anni.
L’incidenza, inoltre, è in media più elevata al Nord e al Centro Italia rispetto al Sud.

I tipi di tumore del rene

Il carcinoma renale comprende a sua volta diversi sottotipi tumorali, ovvero forme differenti della patologia, di cui la più diffusa è il carcinoma a cellule chiare.

Oltre a questo, ci sono sottotipi meno comuni, quali il carcinoma renale papillare, il carcinoma cromofobo, il carcinoma dei dotti collettori e altre varianti ancora più rare.
Tutti questi sottotipi vengono identificati e studiati esaminando le cellule tumorali al microscopio: questo studio è importante per ottenere informazioni sulle caratteristiche della malattia e per trattarla nella maniera più adeguata.

Il carcinoma a cellule chiare è la forma più comune e riguarda il 70-80% delle diagnosi di RCC . Le cellule renali colpite dalla neoplasia presentano numerose alterazioni e risultano ricche di sostanze quali glicogeno e lipidi. Come indica il nome del tumore, queste sostanze fanno sì che al microscopio le cellule appaiano chiare o pallide, simili a “bolle”.

Il carcinoma renale papillare conta il 10-15% dei casi totali di RCC.

Il carcinoma cromofobo è un sottotipo meno comune di carcinoma renale, che riguarda circa il 5% dei casi.

Il carcinoma dei dotti collettori è un sottotipo raro, che conta circa l’1% di tutti i casi, e viene spesso diagnosticato nel corso di accertamenti effettuati per altre ragioni o quando la malattia è già avanzata.

Come indica il suo nome, il tumore origina dai dotti (o tubuli) collettori, che compongono la parte terminale del nefrone.

Inoltre, ci sono tipologie di cancro al rene che non rientrano nel carcinoma renale (RCC) e che hanno un aspetto e delle caratteristiche molto differenti. Si tratta di linfomi, sarcomi, del carcinoma uroteliale e del nefroblastomia o tumore di Wilms (quest’ultimo colpisce principalmente i bambini).

Tasso di sopravvivenza nel tumore del rene

Una delle misure standard utilizzate dagli specialisti per stimare la prognosi in una data patologia è il “tasso di sopravvivenza a distanza di cinque anni di tempo dalla diagnosi”.

Nel tumore del rene i tassi di sopravvivenza indicano che 7 pazienti su 10 (precisamente il 71%), e vale in egual misura per gli uomini e per le donne, sono vivi a distanza di cinque anni dalla diagnosi. Queste stime, abbastanza favorevoli, sono valori medi che includono tutte le diagnosi di tumore del rene a qualsiasi stadio.

Entrando nel dettaglio, per i pazienti per i quali al momento della diagnosi il tumore risulta ancora confinato al rene (circa il 55% del totale), il tasso di sopravvivenza a 5 anni sale al 93%: dunque 9 su 10 sono vivi dopo 5 anni. Fortunatamente più del 50% dei pazienti che hanno ricevuto una diagnosi precoce guarisce. In una parte di casi, pari a circa il 19% del totale, nel momento della diagnosi il tumore risulta invece localmente avanzato (nello stadio III), ovvero, già diffuso ai tessuti e agli organi contigui e/o ai linfonodi: in questo scenario circa il 72% dei pazienti è vivo dopo 5 anni. Quando la malattia è già molto diffusa e ha sviluppato metastasi a distanza, come avviene per il 25-30% delle diagnosi, il tasso di sopravvivenza a 5 anni scende notevolmente.

FATTORI DI RISCHIO

Tumore del rene: i fattori di rischio

A oggi le cause del tumore al rene non sono note, tuttavia si conoscono alcuni fattori di rischio che possono favorirne l’insorgenza.

Il principale fattore di rischio per il carcinoma renale è il fumo di tabacco: i fumatori presentano un rischio aumentato del 50% di sviluppare questa malattia.

Altri fattori concorrenti sono l’obesità e l’ipertensione arteriosa. In particolare, per ogni aumento di 5 punti dell’Indice di massa corporea (BMI) si stima una crescita del rischio pari al 24% negli uomini e al 34% nelle donne. L’ipertensione arteriosa, invece, è associata ad un aumento del rischio del 60%.

Ci sono poi anche altri fattori a cui prestare attenzione, quali:

  • la presenza di una malattia cistica del rene, relativamente comune nei pazienti in dialisi
  • l’esposizione professionale a sostanze tossiche, fra cui il tricloroetilene, noto con il vecchio nome di trielina, un agente ancora utilizzato per la pulizia di alcune superfici e per il lavaggio a secco
  • l’uso regolare e protratto (si parla di più di 10 anni) di alcuni antinfiammatori non steroidei

Una piccola quota di casi di carcinoma renale, infine, si manifesta in pazienti che presentano specifiche mutazioni e malattie genetiche. Fra queste ci sono:

  • mutazioni del gene VHL, responsabile della sindrome di Von Hippel-Lindau, una malattia genetica rara
  • mutazioni dell’oncogene MET, un gene che stimola la proliferazione cellulare e che può portare a una trasformazione neoplastica delle stesse.
SINTOMI

Tumore del rene: i sintomi

La sintomatologia del tumore del rene si manifesta generalmente soltanto negli stadi più avanzati della malattia.
I sintomi sono spesso comuni a patologie meno gravi, per cui è importante non allarmarsi e sottoporre il proprio caso a uno specialista.

Il medico, in base alle informazioni riportate, valuterà quali esami e accertamenti effettuare per identificare la natura del problema.

I principali sintomi associati al carcinoma renale sono tre:

  • sangue nelle urine (noto in ambito medico come “ematuria”)
  • dolore lombare o al fianco, sotto le costole
  • massa addominale

Possono manifestarsi anche altri disturbi che colpiscono zone distanti dalla sede del tumore e interessano il 20% dei pazienti con carcinoma renale. Per esempio, possono apparire i seguenti sintomi:

  • febbre di origine sconosciuta
  • perdita di appetito e peso
  • anemia 
  • ipertensione arteriosa
  • sudorazioni notturne
  • rigonfiamenti delle vene dei testicoli
  • sanguinamento nel tossire
  • dolore osseo
DIAGNOSI

Tumore del rene: la diagnosi

Attualmente non esiste uno screening specifico che permetta di rilevare il carcinoma renale.

Nel 60% dei casi il tumore viene diagnosticato nel corso di indagini svolte per ricercare e valutare altre patologie, principalmente attraverso esami di imaging biomedico – soprattutto ecografie, ma anche TAC e risonanze dell’addome o a livello spinale.

In altri casi il paziente può presentare dei sintomi e, in questa circostanza, l’iter diagnostico generalmente ha inizio con il medico di medicina generale. Sulla base dei disturbi e delle caratteristiche del paziente, il medico stesso può richiedere degli approfondimenti oppure indirizzarlo da uno specialista per una valutazione più approfondita.

Nel caso di sospetto di tumore del rene, fra gli specialisti di riferimento a cui rivolgersi vi è:

  • l’urologo, che si occupa della diagnosi e del trattamento delle patologie che colpiscono l’apparato urinario
  • il radiologo, che effettua gli esami di imaging biomedico richiesti, fra cui ecografie e TAC
  • l’oncologo, il medico che si occupa del trattamento farmacologico dei tumori del rene.

L’iter diagnostico prevede frequentemente le seguenti tappe:

  • Nella maggior parte dei casi l’ecografia addominale consente di rilevare la presenza della eventuale massa, dunque permette di effettuare una prima diagnosi, che dovrà però essere confermata da ulteriori indagini.
  • La diagnosi andrà confermata da una TAC con mezzo di contrasto oppure da una risonanza magnetica con tecnica dedicata, utilizzata soprattutto nel caso di pazienti che hanno problemi nel sottoporsi al mezzo di contrasto oppure nelle donne in gravidanza.
  • In specifici casi, soprattutto in vista di una sorveglianza attiva o di un trattamento ablativo, può rendersi necessaria una biopsia renale.

Insieme alla diagnosi, gli specialisti effettueranno la cosiddetta stadiazione del tumore, ovvero valuteranno la sua dimensione e la sua eventuale diffusione ai linfonodi o ad altri organi e tessuti. La TAC è importante per la stadiazione, perché consente di studiare la diffusione del tumore alle strutture vicine e lo stato dei linfonodi.

Per valutare la presenza di eventuali metastasi a distanza, che per esempio possono colpire i polmoni, le ossa e il cervello, lo specialista può prescrivere altri esami diagnostici, quali la radiografia del torace, la scintigrafia ossea e l’imaging cerebrale.

STADIAZIONE

Tumore del rene: l’evoluzione

In base alle dimensioni e alla localizzazione della massa tumorale, alla compromissione dei tessuti adiacenti e alla presenza di metastasi (tumori secondari originati dalle cellule che si spostano dalla neoplasia originaria), si identificano quattro stadi di evoluzione del carcinoma renale. Insieme ad altri fattori della malattia e della storia clinica del paziente, la stadiazione contribuisce a definire la prognosi.

In generale, la prognosi, che fornisce una previsione sul decorso e l’evoluzione della malattia, dipende da vari fattori, fra cui il grado di aggressività e la diffusione del tumore. Questi parametri vengono valutati subito dopo la diagnosi, in un processo definito come “stadiazione” del tumore.

I tumori del rene sono infatti classificati in diversi stadi, che identificano la gravità della malattia, quali:

Stadio I

Il tumore è limitato al rene e il suo diametro è inferiore ai 7 cm

Stadio II

Il tumore è ancora confinato al rene ma con un diametro maggiore di 7 cm

Stadio III

Il tumore non è più limitato al rene, ma non ha dato metastasi a distanza

Stadio IV

Il tumore ha dato metastasi a distanza

Medico controlla reni a paziente
Simbolo informazioni

Questa classificazione più generale può essere ulteriormente dettagliata mediante il sistema di stadiazione TNM (dove l’acronimo TNM sta per “Tumore, Nodo, Metastasi”, che è rappresentato nella figura qui sotto).

  • La T si riferisce alle dimensioni del tumore primitivo – ovvero il tumore nella sede in cui si è originato – che sono misurate da un punteggio che va da 0, per tumori molto piccoli, fino a 4, molto ampi.
  • La N (nodi) indica il grado con cui la malattia si è estesa ai linfonodi, e parte da un livello 0, in cui non c’è alcuna diffusione, per arrivare ad un livello 3, in cui i linfonodi coinvolti sono numerosi (in questo specifico caso la classificazione si ferma a N2).
  • La M, che sta per metastasi, assume un valore 0, se il tumore è rimasto nella sede primaria, oppure 1, se invece si è diffuso ad altri organi e distretti corporei.
tabella stadiazione TNM

AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), “Linee Guida AIOM – I tumori del rene”, Ed. 2021, p. 21

TERAPIE

Tumore del rene: le terapie

Il percorso terapeutico generalmente è definito da un team multidisciplinare, composto da figure come l’urologo o il chirurgo urologo, l’oncologo, il radiologo, l’infermiere, lo psicologo e altre figure specialistiche coinvolte all’occorrenza.

Le terapie includono trattamenti locali, che agiscono localmente, quali l’intervento chirurgico oppure la termoablazione, e sistemici, che interessano l’intero organismo, come le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia. La scelta dell’opzione o delle opzioni terapeutiche più adeguate dipende dallo stadio e dalla sede del tumore ed è frutto di un’accurata valutazione del team medico, che soppesa tutti gli elementi della malattia insieme allo stato di salute del paziente.

CONVIVERE CON LA DIAGNOSI

Alimentazione, attività fisica e supporto psicologico dopo la diagnosi di tumore al rene

Confrontarsi con una diagnosi di tumore è un processo difficile che porta con sé emozioni intense con cui fare i conti anche per fronteggiare al meglio il periodo successivo e dunque il percorso terapeutico. In questo cammino, oltre a trattamenti farmacologici specifici per contrastare il tumore, è fondamentale prendersi cura a tutto tondo del proprio corpo e della propria mente.

In caso di diagnosi di tumore al rene è importante seguire le indicazioni del proprio medico sui farmaci da prendere, sottoponendosi quanto prima ai trattamenti antitumorali prescritti. Oltre alle cure è bene seguire la dieta più adatta al proprio caso e svolgere esercizio fisico moderato in base alle raccomandazioni degli specialisti.

In generale è importante prestare attenzione ai seguenti aspetti:

Due persone che camminano in una foresta

L’attività fisica per chi è affetto da carcinoma renale

Allo stato attuale non ci sono ancora linee guida sull’attività fisica specifiche per le persone affette da carcinoma renale, che tengano conto delle peculiarità della malattia e dei trattamenti affrontati dai pazienti. In generale è lo specialista, insieme al team medico, a indicare quale e quanto esercizio può praticare il singolo paziente, sulla base delle caratteristiche individuali e della particolare fase del percorso terapeutico in cui si trova.

Ricordiamo che fra i fattori di rischio del tumore del rene, oltre al fumo che è il principale, ci sono l’ipertensione arteriosa e l’obesità. Sappiamo che l’esercizio, compatibilmente con le proprie condizioni di salute, aiuta a:

  • mantenere il peso forma
  • ridurre il rischio cardiovascolare
  • regolarizzare la pressione arteriosa
  • stimolare la produzione di endorfine e serotonina migliorando l’umore

Attività fisica post nefrectomia

La persona con carcinoma renale, sottoposta a nefrectomia radicale o parziale, viene incoraggiata a rialzarsi e camminare, mettendosi in piedi non appena possibile. Questo nonostante la probabile presenza di un tubicino di drenaggio che, applicato alla ferita, viene rimosso a distanza di qualche giorno.

  • Nei giorni immediatamente successivi all’operazione, generalmente, sono consentite brevi passeggiate nel corridoio dell’ospedale al fine di promuovere la ripresa di una corretta circolazione sanguigna abbassando così la probabilità che insorgano trombosi venose.
  • Una volta a casa, il paziente seguirà un periodo di convalescenza nel corso del quale è fondamentale avere cura di sé per recuperare le forze e favorire la guarigione della ferita chirurgica. In questo frangente è bene evitare tutte le attività più faticose e seguire tutte le indicazioni del proprio medico anche in relazione alla ripresa del proprio lavoro.
  • Trascorse alcune settimane e previo parere del medico, il paziente può finalmente iniziare a fare un po’ di esercizio fisico aumentando, in modo graduale, la frequenza, l’intensità e la durata della pratica.

In linea generale, si consigliano brevi passeggiate e la salita-discesa delle scale. Non sono invece consentite, almeno in un primo momento, nelle sei settimane subito dopo l’intervento, attività che sollecitano la schiena (sollevamento oggetti pesanti). Semaforo rosso anche per le attività fisiche che normalmente si svolgono con l’ausilio di palle mediche, pesi ed elastici.

Per la completa ripresa delle consuete attività è indispensabile avere un po’ di pazienza e attendere circa un mese seguendo scrupolosamente le indicazioni del team medico.

PREVENZIONE

I tumori del rene: prevenzione

Attualmente non esistono delle azioni specifiche e mirate volte a prevenire il tumore al rene. La prevenzione consiste infatti nell’eliminazione dei fattori di rischio, laddove possibile. Per questo è importante cercare di prendersi cura di sé e tutelare la propria salute attraverso uno stile di vita sano, agendo sui fattori di rischio “modificabili”.

In generale non fumare, tenere sotto controllo il peso corporeo e la pressione sanguigna, seguire un’alimentazione corretta e un’attività fisica regolare sono misure importanti per mantenersi in salute e contrastare il rischio di numerose patologie.

È importante ribadire che attualmente non esiste uno screening raccomandato per il carcinoma renale. Per questo motivo è opportuno riferire qualsiasi sintomo al medico che, tenendo conto della storia clinica del paziente, potrà indirizzarlo al meglio.

Due persone si abbracciano
DOMANDE FREQUENTI

Domande frequenti

Hai domande sul carcinoma renale? Leggi le più comuni al link di seguito e, per richieste più specifiche, contatta il tuo medico di fiducia o informati su fonti attendibili e autorizzate.

uomo donna che si abbracciano con bambini
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ANTURE è l’Associazione Nazionale Tumore del Rene, Onlus nata dall’unione di pazienti affetti da questa patologia.

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SIU è la Società Italiana di Urologia e mira a promuovere e favorire la ricerca, la formazione e lo sviluppo in ambito urologico.

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