Antibiotici e Antibiotico-resistenza
COS’È E A COSA SERVE
Cos’è e a cosa serve l’antibiotico
L’antibiotico è un farmaco impiegato per la cura e la prevenzione di infezioni dovute ai batteri. L’antibiotico agisce impedendo lo sviluppo dei batteri
attraverso diversi meccanismi d’azione. Può uccidere questi microrganismi e/o prevenirne la moltiplicazione e la diffusione all’interno del corpo e la trasmissione ad altre persone.
L’antibiotico non agisce contro i virus e pertanto non è efficace contro le infezioni virali come il raffreddore e l’influenza. Inoltre, anche in caso di infezioni batteriche, il suo uso non è sempre indispensabile perché, nei casi non gravi, il sistema immunitario è spesso in grado di risolvere autonomamente il problema.
Anche per queste ragioni, con gli antibiotici è sempre bene evitare il fai da te. Rivolgersi al medico e seguire le sue indicazioni in termini di dosi, modalità di assunzione e durata della terapia è essenziale. Una corretta aderenza al trattamento è importante per ottenere il massimo beneficio e scongiurare lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza.
Questo pericoloso fenomeno consiste nel fatto che alcuni ceppi batterici diventano meno sensibili all’azione degli antibiotici, per un meccanismo di adattamento, mostrandosi più resistenti e rendendo la terapia meno efficace o inefficace. In questo modo si presenta un danno non solo per chi assume questi farmaci in quel frangente, ma anche tutti coloro che saranno contagiati da quei batteri divenuti resistenti agli antibiotici.
Cosa sono i batteri?
I batteri sono microrganismi unicellulari e rientrano tra le prime forme di vita apparse sul nostro pianeta 3,8 miliardi di anni fa. Oggi la Terra è popolata da circa un trilione di specie di microrganismi e i più numerosi sono proprio i batteri. I batteri si trovano in habitat come suolo, roccia, oceani e persino neve artica. Alcuni vivono all’interno o su altri organismi, tra cui piante e animali, compresi gli esseri umani. Questo non deve sorprenderci: molti batteri sono presenti in maniera diffusa sulla pelle e sulle mucose (superfici che rivestono organi in comunicazione con l’ambiente esterno come la bocca e gli apparati digerenti, respiratorio superiore e urogenitale) e generalmente non arrecano danni; al contrario, svolgono un importante ruolo nel partecipare ad alcune funzioni metaboliche e legate alle difese immunitarie. Questi batteri sono chiamati commensali e il loro insieme è chiamato microbiota.
Ci sono poi altri tipi di batteri, cosiddetti patogeni, che possono essere aggressivi e arrecare danni a tessuti e organi. Questi possono causare infezioni localizzate a un organo o diffondersi nel corpo e anche nel torrente circolatorio, causando batteriemie e sepsi. Talvolta, anche i batteri che compongono la popolazione microbica che normalmente risiede nell’organismo possono però provocare infezioni.
Come si contrae un’infezione batterica?
Esistono diverse modalità attraverso le quali le infezioni batteriche possono essere trasmesse:
- via aerea: alcuni batteri sono trasportati da correnti d’aria nei nuclei delle goccioline
- contatto: può prevedere il contatto diretto pelle a pelle o mucosa-membrana mucosa o la trasmissione oro-fecale dei batteri intestinali
- da vettore: animali come zanzare, zecche e pidocchi, si nutrono con il sangue di un animale o di una persona infetta per poi trasferire gli agenti patogeni a un individuo non infetto
Ci sono poi casi in cui, per esempio, i batteri, normalmente presenti nell’intestino, risalgono attraverso l’uretra nella vescica causando infezioni alle vie urinarie.
Come si difende il nostro corpo dai batteri?
Il corpo umano è attrezzato per difendersi dall’attacco dei batteri. La prima linea di difesa mira a impedire l’ingresso del germe nell’organismo attraverso la pelle e le mucose che agiscono come vere e proprie barriere fisiche.
Se i microbi entrano nel corpo, scatta la seconda linea di difesa. Intervengono i fagociti, tipologia di globuli bianchi che, attraverso un particolare meccanismo d’azione, consentono loro di intrappolare i microbi invasori e digerirli. Questo processo è chiamato fagocitosi. La terza e ultima linea di difesa è la risposta immunitaria. Il microbo o agente patogeno invasore è riconosciuto dal sistema immunitario che produce anticorpi contro di lui. Gli anticorpi distruggono l’agente patogeno che viene poi inghiottito e digerito dai macrofagi.
Come viene diagnosticata un’infezione batterica?
Il medico può sospettare un’ipotetica infezione sulla base della sintomatologia. In tali casi, per avere una conferma della presenza di infezione batterica, si procede all’invio di campioni di fluidi corporei o di tessuti a un laboratorio.
I campioni inviati possono essere di tipo diverso e tra questi:
- sangue
- espettorato
- urine
- feci
- secrezioni oculari
In rapporto all’esito degli esami, si procede all’eventuale prescrizione di antibiotici.
Come si cura un’infezione batterica?
In caso di infezioni batteriche non gravi, il sistema immunitario può essere in grado di risolverle autonomamente.
In altri casi, può essere necessaria la prescrizione di antibiotici da parte del medico.
Le infezioni batteriche possono essere curate con antibiotici appartenenti a diverse classi e la tipologia di farmaco prescritto dipende dal tipo di infezione, dalle caratteristiche del batterio e dalla sua sensibilità agli antibiotici che può essere evidenziata dall’esame noto come antibiogramma.
CLASSIFICAZIONE
Classificazione degli antibiotici: 7 tipi principali
Gli antibiotici hanno un talento unico, che si concretizza nella loro efficacia contro i batteri. In base al meccanismo d’azione e al bersaglio colpito, gli antibiotici sono raggruppabili in sette classi principali.
Penicilline
La maggior parte dei batteri è dotata di una parete esterna che funziona come una sorta di “scudo”. Le penicilline rientrano nella più grande categoria dei “beta-lattamici”, antibiotici che hanno una particolare funzione battericida: impediscono la formazione di questo scudo, causando in questo modo la morte dei batteri. Le penicilline sono antibiotici di prima scelta per trattare numerose infezioni: per esempio quelle delle vie aeree.
Cefalosporine
Anche le cefalosporine fanno parte della famiglia dei “beta-lattamici”, come le penicilline, e il loro meccanismo d’azione è lo stesso: agiscono sulla sintesi della parete cellulare dei batteri. Sono usati nella terapia di infezioni gravi quali la meningite o la setticemia.
Aminoglicosidi
Gli aminoglicosidi, come le tetracicline e i macrolidi, impediscono ai batteri di produrre le proteine di cui hanno bisogno per crescere e moltiplicarsi. Vengono impiegati prevalentemente per infezioni gravi quali la setticemia e infezioni gravi del tratto urinario come la pielonefrite acuta.
Tetracicline
Le tetracicline, come anche gli aminoglicosidi e i macrolidi, impediscono ai batteri di crescere e moltiplicarsi bloccando la produzione delle proteine (sintesi proteica).
Macrolidi
I macrolidi hanno in comune con le tetracicline e gli aminoglicosidi il meccanismo di azione. Sono la seconda classe di antibiotici in ordine di utilizzo.
Fluorochinoloni
I fluorochinoloni agiscono “dall’interno” del DNA: riescono a uccidere i batteri bloccandone la replicazione.
Carbapenemi
I carbapenemi sono efficaci contro molti tipi di batteri, compresi quelli più resistenti ad altri antibiotici. Si utilizzano soprattutto contro infezioni da batteri ospedalieri.
STORIA
La scoperta degli antibiotici, una storia da raccontare
1928
Alexander Fleming scopre la penicillina: inizia l’era degli antibiotici. Il talento di questi farmaci, in grado di combattere microrganismi che flagellavano da sempre l’umanità, ha permesso di sconfiggere infezioni di origine batterica che mietevano milioni di vittime.
Oggi
Oggi, l’antibiotico-resistenza mette a rischio il talento di questi farmaci.
ANTIBIOTICO-RESISTENZA
Antibiotico-Resistenza: cos’è?
Ma che cos’è l’antibiotico-resistenza? Si tratta di un fenomeno naturale accelerato però dall’abuso o dall’uso inappropriato di questi farmaci.
La protezione del talento degli antibiotici dipende anche da noi: dalle nostre azioni, dalle nostre scelte, dal nostro senso di responsabilità. La sfida contro i batteri resistenti può essere vinta attraverso l’impegno di tutti per adottare comportamenti consapevoli nell’utilizzo di questi farmaci affinché possano mantenere livelli di efficacia nel tempo.
La sfida dell’antibiotico-resistenza
Fin dall’avvento della penicillina, i batteri hanno dimostrato una grande capacità di sopravvivenza mettendo in atto meccanismi di difesa sempre più sofisticati per resistere agli antibiotici. Negli ultimi decenni sono comparsi i cosiddetti superbatteri o superbugs, batteri in grado di resistere a molti o quasi tutti gli antibiotici disponibili. I superbatteri rappresentano una minaccia emergente per la salute, specialmente in ambito ospedaliero dove sono capaci di resistere alla maggior parte degli antibiotici disponibili, rendendo difficile e talvolta impossibile il trattamento di pazienti con sistema immunitario compromesso.
Ma se gli antibiotici smettessero di essere efficaci, anche infezioni comuni e ferite banali potrebbero tornare a essere letali come avveniva fino al secolo scorso.
Senza interventi di contrasto, l’antibiotico-resistenza potrebbe arrivare a fare – in tutto il mondo – 10 milioni di vittime all’anno nel 2050.
Se, da una parte, l’antibiotico-resistenza è un processo naturale, alcuni nostri comportamenti possono contribuire a favorirla o accelerarla.
L’uso inappropriato degli antibiotici contro influenza e infezioni di origine virale, il mancato rispetto dei dosaggi, la scarsa attenzione a misure igieniche di contrasto alla trasmissione delle infezioni, sono alcuni dei comportamenti che mettono a repentaglio l’efficacia di questi farmaci.
Ognuno di noi può contribuire, attraverso comportamenti consapevoli e informati, ad arginare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Un appropriato utilizzo, ricorrendo sempre al parere del medico, evita l’abuso di questi farmaci e previene la diffusione delle infezioni.
4 REGOLE
Quando prendere gli antibiotici: 4 regole per renderli efficaci
Antibiotici: 4 regole per farli vincere
Usa gli antibiotici solo se necessari
Segui le indicazioni
del medico
Usa solo i tuoi antibiotici
Lavati spesso le mani
La challenge da vincere: 4 fronti dove si decide la sfida
L’antibiotico-resistenza è una sfida che coinvolge tutti e in cui ognuno di noi può fare la differenza con il proprio contributo: a partire dalla formazione delle nuove generazioni e anche tenendo comportamenti adeguati in casa, negli ospedali e verso l’ambiente.
Ecco i fronti aperti per aiutare gli antibiotici a vincere la sfida.
Ospedali e luoghi di cura sono uno dei contesti più importanti nella sfida dell’antibiotico-resistenza.
Secondo alcune stime, nelle strutture ospedaliere si verifica il 75% delle infezioni da batteri resistenti.
Medici, infermieri, visitatori: è fondamentale che ciascuno faccia la sua parte per far vincere gli antibiotici.
Medici e infermieri seguono ogni giorno i protocolli per contrastare la trasmissione di infezioni, che prevedono misure legate all’igienizzazione di persone e ambienti, alla sterilizzazione di strumenti e macchinari a percorsi per impedire il contatto con persone infette.
Durante la pandemia, le norme anti-Covid avevano reso più stringenti le precauzioni per l’ingresso di visitatori che – all’interno degli ospedali – dovevano attenersi scrupolosamente a regole quali quella di evitare l’uso dei servizi igienici dedicati ai pazienti, non sedersi sui letti di chi è ricoverato, coprirsi in caso di tosse o starnuti – buone pratiche da mettere in atto tuttora.
Dove si assumono gli antibiotici nella grande maggioranza dei casi? Sicuramente negli ospedali. Ma, ancora più spesso, a casa, in famiglia. Per questo la famiglia è un altro dei fronti decisivi nei quali si gioca la sfida dell’antibiotico-resistenza.
È qui, infatti, che si riproducono comportamenti non corretti nell’uso degli antibiotici legati a scarsa informazione, poca consapevolezza, abitudini errate consolidate.
Tra i comportamenti più comuni da evitare, troviamo:
- condividere le confezioni iniziate da un altro famigliare
- utilizzo improprio di questi farmaci in caso di infezioni virali, come influenza e raffreddore
- interrompere il trattamento prima del termine indicato dal medico
La famiglia può diventare il contesto ideale per condividere e diffondere comportamenti virtuosi nell’uso degli antibiotici.
È importante seguire dunque le raccomandazioni del medico e informarsi attraverso fonti scientificamente validate.
Gli antibiotici sono gli unici farmaci il cui cattivo uso non si ripercuote solo sulla persona che ne è responsabile, ma anche sulle generazioni future. Saranno i più giovani, infatti, a pagare il prezzo più alto, quando si troveranno ad affrontare batteri sempre più resistenti con antibiotici sempre meno efficaci.
Dalla next generation può arrivare un contributo importante per aiutare gli antibiotici a vincere la sfida dell’antibiotico-resistenza. Nell’età giovanile è più semplice acquisire comportamenti corretti come quello di seguire scrupolosamente le indicazioni del medico o prevenire le infezioni lavandosi spesso le mani..
La scuola, ad esempio, può essere un luogo per condividere informazioni accurate sul corretto uso degli antibiotici.
L’antibiotico-resistenza ha un impatto notevole nel contesto umano, ma anche in quello veterinario e ambientale.
Per far vincere gli antibiotici bisogna ricordare che salute umana, salute animale e salute ambientale sono strettamente intrecciate.
Gli animali sono particolarmente esposti agli antibiotici.
Secondo i dati del Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza, ben il 50% del loro uso globale è nel settore veterinario, esponendo chi mangia carne ai superbatteri.
Da questa consapevolezza ha preso vita l’approccio One Health, uno sforzo congiunto con cui professionisti dei settori più diversi si uniscono per:
- prevenire e ridurre le infezioni
- promuovere un uso prudente degli antibiotici
- ridurre l’impatto sulla vita umana, animale e ambientale dell’antibiotico-resistenza
In Italia, il Ministero della Salute ha adottato il metodo One Health nel 2017, approvando il primo Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR).
In questo senso, l’antibiotico-resistenza è un problema che riguarda anche gli allevatori, che dovrebbero ricorrere agli antibiotici solo dietro prescrizione veterinaria.
Il tema riguarda anche tutti noi, nella realtà di ogni giorno. Dobbiamo dare gli antibiotici ai nostri animali domestici solo quando indicato dal veterinario.
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IT-NON-10922-W-07/2026