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Aumento del peso e HIV

La maggior parte delle persone con un’infezione da HIV va incontro ad un aumento significativo del peso.

I numeri parlano da soli: il 65% delle persone con HIV è in sovrappeso o obeso e specificamente il 26% è obeso. 

Numerose ricerche scientifiche hanno segnalato che le persone con HIV hanno un maggiore rischio di sviluppare un disturbo del metabolismo, quale la sindrome metabolica, o malattie cardiovascolari, inclusi eventi severi quali infarto ed ictus.

Aumento di peso e HIV: fattori che concorrono e rischi

A contribuire all’aumento di peso nelle persone con HIV sono anche alcuni fattori quali l’età, la sedentarietà, diete non equilibrate e particolari farmaci. Inoltre, anche alcune terapie antiretrovirali, fra i loro effetti collaterali, possono determinare alterazioni del metabolismo e favorire l’incremento ponderale. Queste alterazioni sono associate ad un aumento del rischio cardiovascolare. Non solo le terapie antiretrovirali, ma anche altri elementi legati alla presenza dell’HIV possono avere un ruolo. In particolare, l’infiammazione cronica residua e l’attivazione immunitaria associata all’infezione da HIV possono aumentare il rischio di problemi metabolici e malattie cardiovascolari.

Icona cuore

I dati sembrano confermarlo: secondo alcune evidenze, chi ha l’infezione da HIV presenta un rischio di infarto, ictus e altri disturbi inerenti a questo ambito, da 1,5 a 2 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. La sindrome metabolica può colpire un’ampia fetta (fino al 52%) di persone con l’HIV.

Icona bilancia

Pertanto, se prendere chili dopo aver iniziato la terapia antiretrovirale può rappresentare un vantaggio per chi era inizialmente sovrappeso, al contrario un aumento eccessivo del peso deve essere tenuto sotto controllo, non soltanto per una ragione estetica, ma anche come problema di salute.

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Invecchiare è di per sé un fattore di rischio cardiovascolare ed oggi, a differenza del passato, le persone con HIV raggiungono un’età avanzata grazie alle terapie antiretrovirali e alle nuove classi di farmaci messi a punto per questi trattamenti. L’infezione da HIV, infatti, da forma progressiva e fatale è diventata una malattia cronica gestibile, anche se contrassegnata da un elevato rischio di comorbidità.

Icona segnale di allarme

In generale, le persone di età avanzata che hanno HIV da tempo possono manifestare più facilmente obesità addominale, un problema che rientra spesso nella cosiddetta sindrome metabolica. La sindrome metabolica consiste in una serie di fattori quali l’aumento di peso (in particolare a livello addominale), oltre all’insulino-resistenza, la dislipidemia (alterazione dei livelli di colesterolo nel sangue) e l’ipertensione arteriosa. Questi elementi sono tutti fattori di rischio delle patologie cardiovascolari.

Anche le Linee Guida dell’European AIDS Clinical Society (EACS) segnalano il collegamento tra terapia antiretrovirale, in particolare di alcune tipologie dei trattamenti disponibili, e aumento di peso. Per questo, raccomandano il monitoraggio del peso corporeo, cambiamenti nello stile di vita e/o un cambio di terapia in casi specifici. Infatti, elementi quali l’obesità – nelle persone con HIV ma non solo – sono fra i principali fattori di rischio di malattia (tra cui diabete, patologie cardiache, ictus, alcuni tipi di cancro) e mortalità, oltre a comportare un peggioramento del benessere psicologico e in definitiva una ridotta qualità di vita.

Come ridurre i rischi

Gli interventi per ridurre questi fattori di rischio possono includere cambiamenti nello stile di vita, interventi farmacologici (come le terapie per l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il diabete) ma possono essere considerati anche cambiamenti nella terapia antiretrovirale a favore di farmaci antiretrovirali più neutri dal punto di vista metabolico e, quindi, anche dell’aumento del peso.

  • Le persone con HIV hanno un rischio cardiovascolare di 1,5/2 volte maggiore.
  • La terapia ARV può comportare un aumento di peso.
  • Il 65% delle persone con HIV soffre di sovrappeso o obesità e il 26% soffre di obesità.
  • L’aumento di peso comporta un aumentato rischio di sindrome metabolica (diabete, ipertensionedislipidemia) la cui prevalenza può raggiungere il 52% delle persone che vivono con HIV.
  • Il peso va costantemente monitorato dopo l’inizio della terapia antiretrovirale per registrare cambiamenti significativi.
  • L’aumento di peso rappresenta una preoccupazione costante per la salute delle persone che vivono con HIV e pertanto non è da sottovalutare.
  • Cambiare lo stile di vita è importante ma può non essere sufficiente: in alcuni casi il medico potrà valutare il passaggio a farmaci antiretrovirali più neutri dal punto di vista metabolico.

La parola dell’esperto

Professor Giovanni Guaraldi, infettivologo della Clinica metabolica dell’Università di Modena e Reggio Emilia risponde ai dubbi sul tema del cambio di peso in associazione al virus dell’HIV.

  • Comorbidità: presenza contemporanea nello stesso soggetto di due o più malattie.
  • Dislipidemia: consiste nell’aumento del colesterolo plasmatico, dei trigliceridi, o di entrambi, o in un basso livello di colesterolo HDL che contribuisce allo sviluppo di aterosclerosi.
  • Inibitori: agenti capaci di arrestare o rallentare notevolmente una data trasformazione chimica o l’attività di un sistema.
  • Malattie cardiovascolari: patologie cui fanno parte le malattie ischemiche del cuore, come l’infarto acuto del miocardio e l’angina pectoris, e le malattie cerebrovascolari, come l’ictus ischemico ed emorragico.
  • Sindrome metabolica: sindrome caratterizzata da una grossa circonferenza della vita, ipertensione arteriosa, alterata glicemia plasmatica a digiuno o insulino-resistenza e dislipidemia.
  • Terapia ARV: o terapia antiretrovirale, è il trattamento per infezione da HIV che si basa su una combinazione di più farmaci, detti antiretrovirali perché il virus HIV appartiene alla famiglia dei retrovirus.
  • Ipertensione: livelli persistentemente alti di pressione nelle arterie.

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