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Pino insegno e martina - polmone
CAMPAGNA

Respiro Impatto Zero

Aria nuova nei polmoni della next generation

UNA COPPIA INSOSTENBILE

Lei (Martina), precisa, meticolosa, attenta in ogni scelta alle sfumature green.
Lui (Pino), perfetto esempio di “boomer”, simpatico ma un po’ facilone, affezionato a stili di vita sorpassati. Una challenge li costringe a convivere per una settimana in un piccolo appartamento. Cosa potrà andare storto?
Pino Insegno, star del teatro e della tv, e Martina Socrate, star di TikTok, sono i protagonisti dei video-sketch “Una coppia insostenibile”.

Forse non sai che

Ci sono cose che non sai. Ce ne sono altre che sai, ma non metti in pratica. Altre ancora, forse le hai sapute e già dimenticate. Ma se sei davvero green, se vuoi respirare in salute, se vuoi ridurre il tuo impatto sul Pianeta, alcune informazioni non puoi proprio più continuare a ignorarle e a trascurarle.

Inizia a dare un’occhiata alle 5 aree qui sotto!

COS’È

Tumore del polmone: cos’è

Il cancro al polmone è la neoplasia che registra il più alto numero di casi a livello globale, se ne stimano ogni anno circa 2,5 milioni, e rappresenta la principale causa di morte per tumore. 

In Italia, nel 2023 sono state 44.000 le nuove diagnosi: stando ai dati attuali, nel nostro Paese in media 1 uomo su 10 e 1 donna su 35 svilupperanno questa patologia nel corso della loro vita.

I tumori del polmone non sono tutti uguali. Tra i diversi sottotipi il più comune è il carcinoma polmonare non a piccole cellule, che rappresenta l’85%-90% di tutti i casi. 

I diversi tipi di tumore del polmone possono differenziarsi tra loro anche per la presenza, o per l’assenza, di mutazioni genetiche, che possiamo immaginare come segni distintivi del tumore, vere e proprie impronte digitali fatte di DNA. 

Il medico in alcuni casi prescrive un test molecolare che viene effettuato sullo stesso materiale che ha permesso di fare la diagnosi e che consente di individuare il cosiddetto profilo molecolare della malattia. Le mutazioni, una volta individuate, possono diventare un preciso bersaglio sul quale indirizzare terapie mirate. Non esistono terapie mirate per ogni tipo di tumore del polmone; tuttavia, negli ultimi due decenni il numero di trattamenti di questo genere è ampiamente cresciuto e ci si aspetta che aumenti ancora, nel futuro, grazie agli avanzamenti della ricerca. L’obiettivo a cui lavorano i ricercatori è mettere a punto una terapia per ciascun tipo di mutazione.

Tumore_del_polmone-Tumore del polmone

44.000

Nuove diagnosi in Italia nel 2023

85-90%

Di tutti i casi di tumore al polmone è il carcinoma polmonare non a piccole cellule

FATTORI DI RISCHIO 

Tumore del polmone: i fattori di rischio

In generale il rischio di ammalarsi (non solo di tumore del polmone) è direttamente proporzionale all’entità complessiva del consumo di tabacco nel tempo. In particolare, aumenta al crescere del numero di sigarette giornaliere, di anni di fumo, della profondità di inalazione e al diminuire dell’età in cui si è iniziato a fumare.

Secondo gli esperti, gli anni passati fumando rappresentano il fattore di rischio principale, e smettere di fumare – a qualsiasi età – può abbattere la probabilità di sviluppare un tumore del polmone con un risultato migliore rispetto a quello ottenuto riducendo soltanto il numero di sigarette fumate. Per chi smette di fumare, il rischio si riduce progressivamente nel corso dei 10-15 anni successivi al momento della cessazione. 

È importante a questo punto sottolineare che, anche per chi ha ricevuto già una diagnosi di tumore del polmone, smettere di fumare può apportare un beneficio e, secondo alcune prove scientifiche, potrebbe aiutare a migliorare la risposta alle terapie, dunque la prognosi e la sopravvivenza anche in questi casi.

SINTOMI

I sintomi del tumore polmonare

Spesso i tumori del polmone non danno sintomi nelle loro fasi iniziali, e questo è uno dei motivi per cui la diagnosi può arrivare quando la malattia è in stadio avanzato.

Quando si presentano, i sintomi più comuni del tumore ai polmoni sono: 

  • tosse persistente
  • difficoltà a respirare o affanno
  • presenza di sangue nel catarro
  • abbassamento del tono di voce o raucedine
  • infezioni polmonari che si ripresentano
  • riduzione dell’appetito e/o importante perdita di peso
  • dolori persistenti al torace o a una spalla
  • senso di stanchezza
Tumore_del_polmone-Sintomi

Altri sintomi meno frequenti, che possono comparire, sono:

  • cambiamenti nell’aspetto delle dita, in particolare le estremità ricurve e rigonfie;
  • febbre con temperatura corporea intorno ai 38°C o superiore;
  • difficoltà di deglutizione o dolore durante la deglutizione;
  • gonfiore del viso e del collo.

In presenza di uno o più sintomi è opportuno rivolgersi al medico di famiglia, segnalando se eventualmente la tosse oppure i dolori al petto, o ancora la mancanza di fiato e la raucedine persistono da molti giorni. Il medico curante valuterà se prescrivere ulteriori indagini ed eventualmente indirizzare il paziente verso uno pneumologo per ulteriori approfondimenti. 

Nessun sintomo può essere considerato di per sé segno certo di tumore del polmone, anche nel caso si manifesti in persone che fumano.

Sarà il medico, al termine di un percorso diagnostico, a stabilire se e quale sia la malattia a cui i sintomi del paziente sono correlati.

DIAGNOSI

Tumore del polmone: la diagnosi

In generale, anche se spesso è difficile ottenerla, una diagnosi precoce aumenta le possibilità di cura perché nelle fasi iniziali la malattia può essere ancora trattata con successo con interventi di chirurgia radicale. 

Quando i sintomi sono frequenti e persistenti e fanno sospettare la presenza di un tumore del polmone, il medico per prima cosa raccoglie l’anamnesi del paziente (cioè, ascolta la sua storia clinica) e procede con l’esame obiettivo, ovvero ricerca eventuali segnali “corporei” di malattia con l’osservazione, la palpazione, l’auscultazione. 

Lo step successivo è la prescrizione di esami del sangue, esami radiologici e di un prelievo bioptico, cioè la raccolta di materiale biologico: cellule o frammenti di tessuto. Il prelievo si fa tramite broncoscopia ed agobiopsia e, in casi specifici legati al posizionamento della neoplasia, tramite endoscopia ecoguidata (transbronchiale o trans-esofagea).  

Ecco alcuni esami che possono rientrare nel percorso diagnostico del tumore del polmone

STADIAZIONE

Tumore del polmone: la stadiazione

La stadiazione definisce l’estensione del tumore e la sua eventuale diffusione a tessuti e organi vicini o lontani, assegnando uno stadio all’evoluzione della malattia e fornendo una previsione sul possibile decorso, ovvero la prognosi del tumore al polmone. La stadiazione, insieme ad altre valutazioni che includono anche elementi della storia clinica della persona, servono a definire la strategia di trattamento più adeguata per il singolo paziente.

La stadiazione del tumore del polmone si effettua tramite il sistema TNM, un metodo riconosciuto e accettato universalmente dalla comunità scientifica. Tutte le lettere sono associate a numeri che crescono all’aumentare dell’estensione o della diffusione della neoplasia.

La lettera T, a cui viene affiancato un numero che va da 1 a 4, indica la dimensione del tumore. Esiste anche la sigla T0, quando il tumore primario (quello originario) non è evidenziabile. La lettera N, poi, segnala l’eventuale diffusione ai linfonodi e il numero associato va da 0 (nessun linfonodo coinvolto) a 3 (diversi linfonodi coinvolti). Il numero associato alla N indica anche la sede dei linfonodi coinvolti. La M, infine, è collegata alle metastasi: M0 indica l’assenza di metastasi a distanza, mentre M1 ne segnala la presenza.  

Combinando insieme le tre lettere del sistema TNM si ottiene una valutazione dello stadio del tumore che può variare di livello da 0 a IV.

L’estensione del tumore del polmone

L’estensione è individuata dalla lettera T. Si parte dalla situazione più favorevole ma rara indicata con la dicitura Tis (carcinoma in situ), nella quale le cellule tumorali si sono originate nelle vie respiratorie ma non hanno invaso i polmoni. Nel quadro opposto, T4 individua la dimensione massima che la neoplasia può assumere: in questo caso è maggiore di 7 cm oppure c’è un’invasione diretta delle strutture vicine o ancora sono presenti uno o più noduli tumorali separati in altri lobi (ciascun polmone è formato da più di un lobo).

Tumore del polmone: gli stadi

Lo stadio 0 è quello più favorevole, in cui si rileva un carcinoma in situ e non c’è alcuna diffusione della neoplasia ad altre strutture. Negli stadi I, II e III la malattia assume dimensioni maggiori ma è ancora confinata al torace e non ci sono metastasi a distanza. Negli stadi I e IIA – dove le lettere A e B rappresentano ulteriori sottocategorie – non si osserva il coinvolgimento dei linfonodi, mentre negli stadi successivi, alcuni (o molti di questi) sono stati raggiunti dalla neoplasia. Nel tumore al polmone al 4 stadio  l’estensione della malattia e il coinvolgimento dei linfonodi possono variare ampiamente (T può assumere valori da 1 a 4 e N da 1 a 3), ma in ogni caso la presenza di metastasi a distanza fa aumentare il grado dello stadio portandolo a IV.

TERAPIE

Le possibili terapie per il tumore del polmone

Il percorso terapeutico per il trattamento del tumore del polmone viene “disegnato” sul singolo caso, in base al tipo e alla stadiazione. Rispetto al passato oggi gli oncologi hanno numerose opzioni: chirurgia, radioterapia, chemioterapia, immunoterapia, terapie a bersaglio molecolare. 

L’intervento chirurgico serve a rimuovere il tumore. È indicato nei pazienti in buone condizioni generali e nelle fasi iniziali di malattia, quando il tumore è ancora di dimensioni ridotte e non si è diffuso a distanza. 

Per ridurre la massa tumorale e il rischio di recidiva, l’intervento può essere preceduto o seguito da cicli di chemioterapia o di radioterapia.

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È una terapia sistemica (cioè un trattamento con effetti su tutto l’organismo, al contrario dei trattamenti localizzati) che viene somministrata per bocca o per endovena

La chemioterapia si fonda sull’impiego di farmaci detti antiblastici o citotossici che, con meccanismi d’azione differenti, inibiscono la crescita e la diffusione del tumore e uccidono le cellule malate. Le chemioterapie che si somministrano a cicli e con scadenze precise, possono rallentare la crescita del tumore, prolungare la vita, prevenire le metastasi e tenere sotto controllo o alleviare i sintomi della malattia. 

Icona omino fa chemioterapia

È una cura localizzata e indolore che per uccidere le cellule del tumore utilizza radiazioni ad alta energia. Spesso, ma non sempre, la radioterapia può essere associata ad altri trattamenti, come la chirurgia o la chemioterapia.

Negli individui con un tumore del polmone che non è operabile a causa delle caratteristiche della malattia, per la presenza di altre patologie o perché il paziente è anziano, la radioterapia da sola o in combinazione con la chemioterapia, può rappresentare una valida alternativa all’intervento chirurgico.

Inoltre, la radioterapia può essere utilizzata a scopo preventivo anche a livello cerebrale, per ridurre il rischio di metastasi al cervello, oppure a scopo palliativo, nei casi più avanzati, per controllare o alleviare sintomi come mancanza di respiro, espettorato contenente sangue e dolore al petto.

Icona omino fa radioterapia

L’immunoterapia è un approccio tra i più promettenti in oncologia. Per aggredire il tumore i farmaci immunoterapici sfruttano la capacità naturale del nostro sistema immunitario di attaccare elementi riconosciuti come estranei, quali in questo caso le cellule tumorali. 

Icona bersaglio

Sono farmaci in grado di colpire selettivamente alcuni bersagli specifici delle cellule tumorali, cioè dovuti alla presenza di mutazioni e presenti solo sulle cellule cancerose. Interferiscono con la crescita e la diffusione del tumore senza danneggiare le cellule sane

Icona bersaglio
CONVIVERE CON LA DIAGNOSI

Attività fisica, alimentazione e supporto psicologico dopo la diagnosi

Cosa succede una volta concluso il percorso di cura? Inizia un periodo di osservazione e monitoraggio della malattia e delle condizioni di salute del paziente. Questa fase per fortuna oggi può durare anche molti anni, grazie ai progressi della ricerca medica, che hanno migliorato notevolmente le conoscenze del tumore del polmone e le cure per affrontarlo. 

I controlli consistono in visite mediche ed esami e hanno una periodicità che dipende dallo stato e dall’evoluzione della malattia. Il timing dei controlli lo stabilisce l’oncologo

Confrontarsi con l’esperienza del tumore del polmone è complesso: per chi la vive in prima persona e per chi convive con la persona colpita. Si passa da momenti di rabbia (perché proprio a lei/lui?), a momenti di ansia (ce la farà?), di tristezza (non è più lo/a stesso/a…). E anche di solitudine, perché non si parla volentieri di quanto si sta male dentro. 

Inoltre, la persona che prima della diagnosi provvedeva a sé stessa e spesso anche agli altri, ora potrebbe non riuscire più a farlo, o almeno non come faceva prima . Questa nuova situazione può comportare che gli altri, ognuno per come può, facciano del loro meglio in termini di assistenza, di affetto e di disponibilità all’ascolto, ma anche di impegno e di gestione domestica.

Può essere difficile dovere imparare improvvisamente a rinunciare a una parte del proprio tempo, per accompagnare a scuola figli o fratelli, per fare la spesa al supermercato. 

Tutto questo in una qualche misura è inevitabile. Però è importante ricordare anche nei momenti più difficili – soprattutto in quelli – che grazie ai nuovi approcci terapeutici oggi, in alcuni casi, si può vivere più a lungo con una diagnosi di tumore polmonare, tenendo la malattia a bada, controllandola con attenzione e continuità, per essere pronti, non appena sia necessario, ad affrontarla di nuovo. 

Cosa può aiutare i pazienti durante e dopo le cure?

In primo luogo l’attività fisica non è controindicata quando si ha una diagnosi di tumore anzi, quando possibile è consigliata. Le linee guida internazionali raccomandano a tutti di praticare almeno 150 minuti (dai 150 ai 300 minuti) a settimana di attività fisica moderata, oppure 75-150 minuti di attività intensa. Tuttavia, in presenza di un tumore, è bene calibrare l’esercizio sul singolo caso, confrontandosi prima con il medico, soprattutto nelle fasi più delicate del trattamento. Solitamente i medici suggeriscono attività di intensità moderata che possano aiutare a stare meglio, come camminare, fare stretching, acquagym, ballare, o svolgere pratiche che migliorano la respirazione e il rilassamento, come lo yoga. Le persone vicine al paziente possono affiancarlo e accompagnarlo in queste e altre attività per sostenerlo e motivarlo. 

Chi ha una storia di tumore deve anche seguire una dieta equilibrata: per recuperare le forze, per affrontare meglio le cure e per fronteggiare eventuali effetti collaterali dei farmaci che continua ad assumere. Anche in questo caso la famiglia gioca un ruolo di prima linea: aiutare a trovare gli ingredienti giusti per nuove pietanze, cucinare insieme quando si può, condividere sapori nuovi fa bene a tutti. 

Altrettanto importante per chi vive l’esperienza del tumore polmonare è mantenersi attivi mentalmente: può essere di grande aiuto coltivare i vecchi interessi o trovarne di nuovi, dedicarsi al giardinaggio, alla cucina, viaggiare, riunirsi con gli amici. Anche qui, come per il resto, i familiari possono proporre, stimolare a fare, e, quando si può, e se il paziente lo desidera, condividere le proprie emozioni. 

Infine, può essere di grande aiuto rivolgersi alle Associazioni di Pazienti: persone che condividono la stessa esperienza e sono in grado di fornire consigli e supporto nell’affrontare il percorso di cura. 

Il supporto psicologico

Quando irrompe nella vita di una persona, il tumore ne altera improvvisamente l’equilibrio interiore e interpersonale. In Italia, stando ai dati più aggiornati, la metà dei pazienti con una diagnosi di tumore vive un disagio psicologico, circa uno su cinque è colpito da depressione e uno su 10 da ansia. La diagnosi di cancro e le sue conseguenze portano con sé cambiamenti fisici, sociali, emotivi e psicologici, che possono alterare gli equilibri nel  rapporto con partner, colleghi, amici e anche con i figli. Ricominciare a vivere e riconquistare l’equilibrio che la malattia ha compromesso, può essere una delle sfide dei pazienti e delle loro famiglie. 

Il momento della diagnosi di tumore del polmone è uno shock. Ma anche la recidiva, ovvero la ricomparsa del tumore dopo il percorso di cura, è traumatica. Bisogna il più possibile mettersi nei panni del paziente e comprendere le ripercussioni psicologiche della malattia come: 

  • senso di incertezza
  • frustrazione e sensi di colpa
  • angoscia
  • caduta dell’autostima
  • ostilità, senso di ingiustizia e di invidia
  • aggressività
  • tristezza

L’ansia e lo stress, così come la depressione e tutto il resto del carico emotivo che il tumore è in grado di portare con sé, va riconosciuto, intercettato e affrontato dal paziente e dalla sua famiglia. Non solo perché il cancro cambia la vita e la sofferenza emotiva peggiora la quotidianità e la capacità di adattarsi alla nuova situazione, ma anche perché può compromettere la capacità del paziente di seguire le prescrizioni e le indicazioni del suo oncologo

Il disagio psicologico che segue il trauma della diagnosi, durante il percorso terapeutico-assistenziale, può migliorare col tempo ma anche peggiorare in alcuni momenti, per esempio mentre si aspettano i risultati dei trattamenti, per le difficoltà del percorso di cura, in caso di recidiva e anche a causa dei cambiamenti nelle dinamiche relazionali e familiari influenzate dalla malattia. 

Ma a volte il tumore può anche favorire una crescita a livello personale. Alcune persone dopo o anche durante un’esperienza di malattia oncologica si aprono, scoprono attività nuove o nuovi interessi, riprendono vecchi legami o fanno nuovi incontri magari proprio frequentando gruppi di pazienti con cui aprirsi e condividere esperienze. Ma altre, a volte perché il loro stato di salute fisica non le aiuta, si chiudono, si isolano, focalizzandosi sulla loro malattia.

Il suggerimento, nel caso di stress o malessere, soprattutto se marcato o protratto nel tempo, è quello di chiedere il supporto di uno specialista psicologo o psiconcologo che potrà:

  • ascoltare i bisogni e le preoccupazioni del paziente, aiutarlo a dare voce alle proprie emozioni
  • suggerirgli come gestire le attività quotidiane e aiutarlo a mobilitare energie per raggiungere obiettivi concreti
  • aiutarlo a pianificare le attività (per esempio, frammentando un obiettivo in passi successivi)
  • collaborando a stimolarne l’attività mentale, a pianificare e programmare senza fare più di quanto le sue energie gli consentono, ma evitando che adotti comportamenti passivi, di delega e di rinuncia
PREVENZIONE

Tumore del polmone: prevenzione

Il tumore al polmone è una neoplasia frequente che, nonostante i progressi della ricerca, è ancora associata a tassi di sopravvivenza medi piuttosto bassi a causa del fatto che spesso la malattia diventa sintomatica e viene scoperta in uno stadio già avanzato.

Anche per queste ragioni, la prevenzione rappresenta l’arma principale per contrastare questa patologia, riducendo la probabilità individuale di svilupparla.

La prevenzione primaria consiste infatti nell’adozione di comportamenti e stili di vita che possano aiutare ad abbassare il rischio di insorgenza della malattia.

In particolare, è opportuno abbandonare completamente l’abitudine al fumo, principale fattore di rischio per il tumore del polmone. Non fumare o smettere di farlo è importante anche per preservare la salute delle altre persone considerando che, secondo diversi studi, il fumo passivo risulta associato ad un aumento dal 20 al 50% del rischio di sviluppare il tumore del polmone

Oltre alla lotta al tabagismo, poi, è importante seguire una dieta equilibrata e praticare regolarmente attività fisica.

Alcune categorie di lavoratori, inoltre, devono prestare attenzione all’esposizione a specifiche sostanze cancerogene, come amianto, radon e metalli pesanti. L’esposizione a queste sostanze, infatti, rappresenta un fattore di rischio per il tumore al polmone (e non solo) ed è già ben regolamentata a livello nazionale ed europeo.

Oltre ad agire sugli stili di vita, per determinate categorie di persone, risulta consigliabile effettuare uno screening specifico. Ricordiamo che ad oggi in Italia lo screening per il tumore al polmone non rientra fra i programmi pubblici; tuttavia, nel 2021, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha fornito una forte raccomandazione, per i soggetti a rischio, di prendere in considerazione quest’opzione.

Fra le persone a rischio indicate da AIOM ci sono “fumatori o ex-fumatori che hanno fumato almeno 15 sigarette al giorno per più di 25 anni, oppure almeno 10 sigarette al giorno per più di 30 anni, oppure che hanno smesso di fumare meno di 10 anni prima”.

Lo screening raccomandato da AIOM come opzione di prima scelta è una TAC del torace da effettuare a cadenza annuale. Lo screening rientra nella cosiddetta prevenzione secondaria e può aiutare ad effettuare una diagnosi precoce, aumentando le probabilità di guarigione e di gestione della malattia.

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Partner di progetto

WALCE

Nel 2006 nasce WALCE Onlus, organizzazione “a respiro europeo” dedicata a persone affette da tumore del polmone e alle loro famiglie.

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