Non fumare: una scelta vincente e green
Cinque sigarette inquinano come una locomotiva a gasolio.
Ogni quindici pacchetti da venti, un albero va in fumo.
Le emissioni dei prodotti del tabacco equivalgono a tre milioni di voli transatlantici. L’elenco di statistiche avvalorate dalla scienza potrebbe continuare a lungo e, per esempio, potremmo chiederci quanta anidride carbonica immette un fumatore nell’atmosfera durante tutto l’arco della sua vita.
Bastano già questi tre dati per dirci che fumare ha due conseguenze: è la causa riconosciuta di tutta una serie di malattie, dal tumore del polmone ad altre forme di carcinoma, fino a varie malattie respiratorie e cardiovascolari, e danneggia l’ambiente.
Quasi tutto quello che facciamo ogni giorno, dal prendere l’automobile ad accendere i riscaldamenti, può avere una ricaduta sull’atmosfera e può contribuire ad aggravare la crisi climatica in corso.
Per il fumo vale lo stesso discorso perché, oltre a fare male alla salute in generale, il tabacco fa male anche al pianeta: i danni partono dal processo produttivo e proseguono a ogni sigaretta accesa.
Ridurre la nostra impronta ecologica significa proteggere allo stesso tempo l’ambiente e i nostri polmoni, e fare in modo di ridurre l’impatto ambientale di tutti i nostri comportamenti, per essere in linea con l’obiettivo “inquinamento zero”.
10 motivi per non fumare
I motivi per cui non iniziare a fumare oppure smettere di farlo sono vari. Il fumo:
- È causa di morte. Un fumatore su due morirà prematuramente per cause legate al fumo, con una conseguente perdita di vita media pari a 14 anni. Il fumo è la prima causa di morte evitabile ed è responsabile di oltre 8 milioni di decessi all’anno a livello globale.
- È causa di malattie e disabilità. Fumare rappresenta la principale causa di tumore del polmone, ma anche di malattie respiratorie non neoplastiche, fra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Dopo l’età, il fumo è il principale fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e respiratorie. Il fumo è la prima causa di disabilità evitabile.
- Ha effetti sulla salute sessuale e riproduttiva. Influisce negativamente sulla sessualità e sull’apparato riproduttivo maschile e femminile.
- Fa male anche agli altri. Inalato involontariamente, il fumo passivo, anche detto di seconda mano, aumenta il rischio di tutte le malattie già citate, dal tumore del polmone alle malattie respiratorie fino alle patologie cardiovascolari.
- È causa di inestetismi. Oltre ad aumentare il rischio di numerose patologie, anche molto gravi, fumare può danneggiare l’aspetto estetico. Infatti, può determinare macchie e ingiallimento della pelle, delle unghie e dei denti, alitosi, problemi alle gengive, invecchiamento della pelle e rughe.
- È un costo. Un pacchetto di sigarette costa circa 5 euro. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, ogni giorno un fumatore fuma 12,2 sigarette al giorno: moltiplicando per 365 giorni ci si accorge che sono quasi 4.500 sigarette, ovvero circa 222 pacchetti (calcolando 20 sigarette per ogni pacchetto) in un anno. La spesa individuale annua risulta dunque pari a (222 x 5 euro) = 1.110 euro. Ogni anno un fumatore spende più di 1000 euro per fumare.
- Persiste sulla pelle e sulle superfici. Le sostanze nocive rilasciate dalle sigarette si depositano su vestiti, oggetti e anche sulla pelle. In questo caso si parla di fumo di terza mano, che può essere inalato e che rappresenta un problema per la salute spesso sottovalutato.
- Danneggia l’ambiente e il pianeta. Il fumo contribuisce all’inquinamento a vari livelli, dall’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera alla deforestazione, fino alla crescita dei rifiuti tossici. Non dovremmo fumare, dunque, anche per contrastare i cambiamenti climatici.
- È un problema sociale ed economico. Lo afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ricorda che il tabacco è un problema di salute pubblica a livello globale. In Italia, i costi diretti e indiretti (per le cure e sociali) associati al tabagismo ammontano a svariati miliardi di euro in un anno.
- È un cattivo esempio. Non fumare o smettere di farlo, oltre ai benefici per la salute, è un comportamento che può essere di esempio agli altri: figli, familiari, amici (e ancora di più se si è medici, nei confronti dei propri pazienti).
I danni del fumo per l’ambiente
Il fumo non causa danni soltanto alla nostra salute e a quella degli altri ma rappresenta anche un problema ambientale: per ogni 300 sigarette abbiamo un albero che va in fumo, consumato nel processo di produzione.
Trecento sigarette possono sembrare molte, ma non lo sono: oggi in media un fumatore consuma 12, 2 sigarette al giorno. Il che equivale a circa un albero al mese. In pratica, un singolo fumatore manda in fumo un piccolo giardino ogni anno! Insomma: oltre a inquinare i nostri polmoni, attraverso il fumo di sigaretta contribuiamo a danneggiare l’aria che respiriamo.
C’è di più. Fumando immettiamo nell’aria sostanze nocive (ben 70 delle sostanze rilasciate dal fumo di sigaretta sono cancerogene) esponendo anche altre persone a queste sostanze e ai rischi associati. E anche l’ambiente e il suolo vengono danneggiati. I mozziconi di sigarette sono i rifiuti più scartati al mondo: tutti insieme ammontano a 766.000 tonnellate di rifiuti tossici ogni anno. Purtroppo, nemmeno spiagge, fiumi e mari vengono risparmiati: il report di Marevivo mette in luce come i mozziconi di sigarette che finiscono nell’ambiente sono 14 miliardi, perché non vengono smaltiti correttamente dal 65% dei fumatori.
E questo solo per parlare di ciò che succede quando la sigaretta è già nel pacchetto. Ma cosa succede prima, nel corso del processo produttivo che dalla coltivazione porta alla sigaretta fatta e arrotolata? Abbiamo un vero e proprio D.A.N.N.O su vasta scala.
D come deforestazione: sono 3,5 milioni gli ettari di terreno che, ogni anno, vengono deforestati per far crescere il tabacco. Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, più ricchi di terreni da mettere a coltura.
A come anidride carbonica: ogni anno l’industria del tabacco produce l’equivalente di 84 milioni di tonnellate di anidride carbonica, accelerando i cambiamenti climatici.
N come non necessario: lo sperpero di risorse richiesto per coltivare una sostanza il cui utilizzo può essere dannoso, in un pianeta le cui risorse sono già di per sé limitate.
N come nocivo per il suolo: pesticidi e fertilizzanti impiegati nella coltivazione contribuiscono a danneggiare il suolo.
O come oceani in fumo: la coltivazione del tabacco richiede grandissime quantità di acqua.
Questo grande problema ambientale, però (e sono sempre parole dell’OMS), si può anche prevenire.
Il 10% ce la fa.
Come? La risposta più ovvia è anche quella che non vorremmo sentire: non iniziando a fumare!
È questo, infatti, il comportamento più sostenibile in assoluto. E anche il modo migliore di smettere: dobbiamo tenere presente che, tra i fumatori, poco più del 10% di chi avvia il processo di “disintossicazione” riesce ad abbandonare le sigarette!
Smettere di fumare: i consigli per chi ha già iniziato
E se ho già iniziato? Non è mai troppo tardi per smettere.
A prescindere dalla tua età, smettere di fumare avrà dei benefici sulla tua salute: alcuni li puoi sperimentare da subito (denti più bianchi, alito e vestiti sempre freschi, più soldi in tasca).
Se smetti di fumare:
- dopo 20 minuti la frequenza cardiaca e la pressione del sangue si riducono;
- entro 12 ore il livello di monossido di carbonio nel sangue si stabilizza;
- entro 12 settimane la circolazione del sangue migliora, e anche i polmoni ne beneficiano;
- entro un anno il rischio di infarto diventa la metà di quello di un fumatore;
- entro 15 anni il rischio di infarto diventa uguale a quello di un non fumatore.
La maggior parte di chi smette di fumare torna sui suoi passi dopo quattro giorni: è il primo momento critico. Ma non mollare!
Non mandare il fumo in tuo impegno. Se il desiderio di sigaretta si fa più forte, puoi ridurlo con qualche accorgimento.
Stai lontano dai “trigger”: i trigger sono tutte quelle situazioni in cui si tende a fumare, e che potrebbero “innescare” di nuovo la voglia di sigaretta: per esempio, le feste, i bar o la pausa-caffè. Fai una lista dei tuoi trigger e prepara un piano per evitarli o superarli senza il tabacco.
Aspetta 10 minuti: stai per cedere? Ripeti a te stesso: “aspetterò altri 10 minuti”. E, nel mentre, fai qualcosa per distrarti: scrivi a un amico o esci a fare una passeggiata.
Sgranocchia qualcosa: mastica qualcosa – per esempio, una gomma senza zucchero o una caramella – per non pensare alla voglia di tabacco. Vanno bene anche cibi croccanti (le carote crude sono particolarmente gustose).
Ricorda che “una” non è mai “una”: non illuderti che “solo un’altra sigaretta” placherà per sempre la tua voglia di fumare. L’ultima sigaretta ci mette poco a trasformarsi nella penultima, ed ecco che tutti gli sforzi si volatilizzano.
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IT-NON-10843-W-06/2026