Disfagia nel tumore della testa e del collo: cos’è e come si manifesta
La disfagia, termine medico che indica la sensazione di difficoltà nella deglutizione, rappresenta allo stesso tempo uno dei principali sintomi dei tumori Testa-Collo e uno degli effetti collaterali del trattamento radioterapico.
Cos’è la disfagia
La disfagia è descritta dal paziente come una sensazione di difficoltà nel deglutire cibo o acqua o entrambi. In termini medici è definita come una compromissione della deglutizione, che comporta un ritardo anomalo nel transito di solidi o liquidi dalla cavità orale allo stomaco. Questo ritardo può essere accompagnato dalla percezione che il cibo ingerito resti a metà strada.
I sintomi della disfagia
I soggetti sottoposti a interventi terapeutici per i tumori testa-collo possono presentare uno o più sintomi legati alla disfagia. Tra questi:
- ritardo nella deglutizione
- tosse o soffocamento
- necessità di deglutire più volte
- voce gorgogliante dopo la deglutizione
- importante secchezza delle mucose
- dolore durante la deglutizione
In presenza di uno o più sintomi è importante rivolgersi tempestivamente al medico che potrà indirizzare al meglio il paziente sulla base delle manifestazioni e della storia clinica.
Quali possono essere le cause della disfagia?
Le cause della disfagia possono essere numerose e non soltanto riconducibili alla presenza di un tumore. Malattie anatomiche, neuromuscolari, infettive e infiammatorie possono tutte manifestarsi attraverso la difficoltà di deglutire oppure contribuire ad aumentare questo problema.
La disfagia è classificata come orofaringea o esofagea, a seconda della sede interessata.
In entrambi i casi, per i pazienti è fortemente raccomandata un’endoscopia del tratto superiore, che è estremamente importante per verificare la presenza di un’eventuale neoplasia. Può essere eseguito uno studio radiologico dopo l’assunzione di una sostanza detta pasto baritato, se il paziente non è in grado di sottoporsi a un’endoscopia del tratto superiore o se l’endoscopia del tratto superiore con biopsia non identifica una causa.
La disfagia come effetto collaterale
La disfagia può verificarsi anche come conseguenza dell’assunzione di determinati farmaci, di interventi chirurgici e dopo trattamenti radioterapici. Tale complicazione può derivare da:
- interventi del cavo orale, che possono causare la perdita di controllo della lingua e la conseguente difficoltà di masticazione e deglutizione degli alimenti
- interventi alla faringe e alla laringe, che possono causare difficoltà nel passaggio di liquidi e solidi dalla bocca all’esofago
- interventi radioterapici, che possono causare dolore, ridotta salivazione (xerostomia), secchezza delle fauci e movimenti limitati
I trattamenti per la disfagia
A chi rivolgersi? Il principale interlocutore per affrontare la disfagia, in seguito a trattamento chirurgico o radioterapico, è il logopedista, che può fornire al paziente e al familiare importanti consigli per la gestione delle difficoltà. I contatti dei logopedisti afferenti alla Federazione Logopedisti Italiani sono reperibili sul portale www.fli.it.
Insieme al logopedista, una figura di rilievo è quella del nutrizionista che può fornire un supporto per gestire l’alimentazione. In generale un approccio multidisciplinare può essere importante per una gestione completa e ottimale della problematica, che può intaccare la qualità di vita anche in maniera significativa.
Se il paziente necessita di uno specifico trattamento, il logopedista, insieme al nutrizionista o ad altri specialisti, può proporre, in base al bisogno riabilitativo:
- esercizi della muscolatura
- impostazione di strategie di compenso
- ricerca di compensi posturali
- impostazione di tecniche di deglutizione
- modifiche dietetiche e di consistenza degli alimenti
- manovre e tecniche chirurgiche per ridurre la disfagia
Nei casi in cui la masticazione e la deglutizione diventino talmente difficili o dolorosi da impedire l’alimentazione per bocca, il team di specialisti può consigliare di adottare la nutrizione enterale per un certo periodo di tempo con posizionamento di sondino naso – gastrico o, nei casi più complessi, di una PEG tramite gastrotomia.
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