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Con il patrocinio di:

Melanoma: cos’è, sintomi, cure e prevenzione 

melanoma
Donna felice che osserva qualcosa
CAMPAGNA

Sta tutto nei particolari.

Il melanoma è un nemico insidioso.
Conoscerlo #NeiParticolari può fare la differenza.  

Nei Particolari è la campagna di MSD, nata nel 2020, patrocinata da IMI (Integruppo Melanoma Italiano), SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse) e AIMaMe (Associazione Italiana Malati di Melanoma e tumori della pelle), dedicata alla conoscenza e alla prevenzione del melanoma.
L’informazione svolge un ruolo fondamentale per prevenire l’insorgenza del melanoma e riconoscere i fattori di rischio.

Scopri il percorso di Eleonora
Dalla scoperta del neo alla terapia.


COS’È

Melanoma: cos’è? 

Il melanoma è un tumore maligno della pelle, che può apparire a tessuto sano oppure come cambiamento di un neo già esistente.

Nasce dalla trasformazione dei melanociti, le cellule che determinano il colore della pelle. Può insorgere sulla pelle apparentemente sana oppure da una modificazione di un neo-preesistente. Può apparire su qualunque parte della pelle e colpisce indistintamente uomini e donne. Il melanoma della cute è un tumore maligno: per questa ragione è un nemico da non sottovalutare!

Melanoma

12.700

casi di melanoma diagnosticati
in Italia nel 2023

tumore più frequente al di sotto
dei 50 anni

20%

delle diagnosi in pazienti di età compresa tra i 15 e 39 anni

FATTORI DI RISCHIO

Il melanoma: fattori di rischio

Il melanoma cutaneo è un tumore della pelle particolarmente aggressivo e in forte crescita. È il terzo tumore più frequente nella popolazione al di sotto dei 50 anni. Esistono dei fattori di rischio, di cui alcuni modificabili, che possono aumentare la probabilità di sviluppare di questo tipo di tumore. 

Il principale fattore di rischio ambientale (modificabile) riguarda l’esposizione ai raggi ultravioletti, dove il periodo più delicato è quello dell’infanzia e dell’adolescenza.

I fattori di rischio sono:

  • frequenti scottature, soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza
  • lettini o lampade solari
  • carnagione chiara, occhi chiari, capelli chiari (biondi o rossi)
  • aver avuto un melanoma o appartenere ad una famiglia in cui si è verificato un caso di melanoma
  • avere molti nei, oltre 100
  • avere uno o più nei di diametro superiore a 5 mm e di forma irregolare
  • presenza di uno o più nei congeniti grandi
SINTOMI

Melanoma: i sintomi 

Per riconoscere in tempo il melanoma e scoprirlo nelle fasi iniziali del suo sviluppo, è fondamentale controllare periodicamente i nei. 

In primo luogo, questa valutazione può essere svolta in autonomia: effettuare regolarmente l’autoesame della pelle può aiutarti a verificare che i nei non subiscano variazioni.

L’autoesame della pelle è molto semplice e dovrebbe essere effettuato periodicamente, in maniera regolare. Il suggerimento è di svolgerlo in un momento di calma, dopo una doccia o un bagno, con una buona illuminazione. Si consiglia di osservare con attenzione tutte le parti del corpo, soffermandosi su eventuali cambiamenti o comparsa di nei o altre macchie.

Utilizza uno specchio e il metodo ABCDE, illustrato di seguito (A come Asimmetria, B come Bordo, C come Colore, D come Dimensioni o Diametro ed E come Evoluzione), che può aiutarti nella valutazione. 

Presta attenzione ad eventuali variazioni dei nei che riguardino questi aspetti.

Altri segnali importanti sono:

Icona persona si gratta neo
La presenza di prurito, arrossamento o sanguinamento del neo

In tutti questi casi è opportuno sottoporre tempestivamente all’attenzione del medico questi segnali.

Icona nei
Il brutto anatroccolo

è un neo che, a confronto con altri, risulta differente e potrebbe rivelarsi un melanoma. 

Il momento migliore per sottoporsi a un controllo dei nei è quando la pelle non è abbronzata.

DIAGNOSI

Melanoma: la diagnosi 

Ogni persona, e soprattutto i soggetti maggiormente a rischio (vedere il paragrafo sui fattori di rischio del melanoma), dovrebbe effettuare periodicamente una visita dermatologica di controllo. 

Attraverso la dermatoscopia (o epiluminescenza), un esame non invasivo effettuato con l’ausilio di un dermatoscopio ottico, il tuo dermatologo potrà identificare eventuali nei a rischio di sviluppare un melanoma o altri tumori della pelle e agire tempestivamente con un piano di monitoraggio o intervento. 

STADIAZIONE

Come si evolve il melanoma: la stadiazione 

La stadiazione è il metodo con cui gli specialisti classificano lo stadio di avanzamento del melanoma e degli altri tumori. È una tappa fondamentale per individuare correttamente le terapie più adeguate al singolo caso e i controlli da effettuare. Con la stadiazione vengono descritte le caratteristiche del melanoma e si forniscono dettagli sulla sua estensione. 
Sulla base delle caratteristiche cliniche ed istopatologiche, infatti, il melanoma è classificato in 5 diversi stadi di malattia, da 0 a IV, che sono basati su vari parametri, fra cui in particolare i seguenti: 

  • spessore di Breslow – il livello di profondità della neoplasia a partire dalla pelle fino alla componente più profonda del tumore
  • presenza o assenza di ulcerazione, ovvero della rottura della pelle sopra il melanoma
  • localizzazione (solo cutanea e/o linfonodale e/o sistemica con diffusione a distanza)

Nei tumori, le cellule malate possono staccarsi dalla sede del tumore per raggiungere organi a distanza. In questo processo passano attraverso le vie linfatiche, lungo le quali sono disseminati i linfonodi, piccole stazioni di drenaggio che somigliano alle fermate lungo una tratta ferroviaria. Per questa conformazione, i medici esaminano i linfonodi per capire se e come il tumore si è infiltrato e si sta diffondendo. Il primo linfonodo, dunque la prima stazione, è il cosiddetto linfonodo sentinella, ossia il  linfonodo della stazione linfonodale immediatamente a valle del tumore, il primo a essere colonizzato. Si chiama, infatti, sentinella proprio perché è il primo linfonodo a essere interessato da una eventuale metastasi.  

TERAPIE

Il melanoma: trattamenti

Il trattamento del “melanoma in situ” consiste e si esaurisce, nella maggior parte dei casi in questo stadio, nella rimozione chirurgica della lesione. Si effettua una cosiddetta biopsia escissionale, ovvero un piccolo intervento, generalmente in anestesia locale, con cui il melanoma viene rimosso completamente. Le raccomandazioni indicano di asportare anche una porzione di tessuto sano, in particolare si parla di un “allargamento chirurgico” di 5 millimetri. Questo garantisce di avere eliminato anche eventuali cellule tumorali diffuse nell’area circostante.

È richiesta una visita periodica annuale per lesioni cutanee a rischio. Nel caso di pazienti con numerosi nevi melanocitici multipli comuni e/o atipici si può programmare una valutazione semestrale.

Il trattamento standard del melanoma in stadio I consiste nella rimozione chirurgica della lesione tramite la biopsia.
Dopo la biopsia si raccomanda: 

  • l’allargamento chirurgico a 1 cm dalla cicatrice chirurgica 
  • la ricerca del linfonodo sentinella nel caso di uno spessore <0,8 mm con ulcerazione e /o >0,8 mm con o senza ulcerazione (pT1b).

È richiesto un monitoraggio clinico e strumentale programmato.

Il trattamento, anche in questo caso, consiste nella rimozione chirurgica del tumore.
Inoltre, si esegue:

  • la biopsia del linfonodo sentinella
  • l’allargamento chirurgico a 1-2 cm della cicatrice chirurgica in base allo spessore.

In questo stadio la presenza di ulcerazione e/o di uno spessore maggiore di 2 millimetri richiede un monitoraggio clinico e strumentale più stretto. È importante rivolgersi ad un oncologo che potrà valutare l’idoneità ad una terapia adiuvante con lo scopo di ridurre il rischio di recidive e migliorare la prognosi. Per terapia adiuvante si intende un trattamento somministrato dopo un intervento chirurgico radicale con l’obiettivo di ridurre il rischio di recidive e migliorare la prognosi. Le terapie adiuvanti oggi disponibili possono essere sistemiche o topiche. In casi specifici, per esempio, è possibile valutare l’immunoterapia, che stimola il sistema immunitario a combattere il tumore stesso, oppure la partecipazione a sperimentazioni cliniche che studiano altre combinazioni. 

Nello stadio III ci possono essere due situazioni

  • il melanoma è operabile, caso in cui viene rimosso insieme ai linfonodi colpiti
  • il melanoma risulta non operabile, caso in cui viene trattato in altro modo

In caso di resezione chirurgica completa, allo scopo di ridurre la progressione della malattia e migliorare la prognosi, possono essere proposte terapie adiuvanti. In particolare, ci sono terapie a bersaglio molecolare, l’immunoterapia, la radioterapia ed eventualmente il medico potrà valutare la partecipazione a sperimentazioni cliniche. 

L’intervento chirurgico può servire per rimuovere metastasi in altri organi.
Tra le terapie disponibili per questo stadio della malattia vi sono: 

  • l’immunoterapia
  • terapia a bersaglio molecolare 
  • radioterapia
  • chemioterapia
  • trattamento locoregionale (elettro-chemioterapia e radioterapia) in aggiunta ad altre terapie

L’elettro-chemioterapia è un tipo di trattamento locale che sfrutta gli impulsi elettrici per aumentare l’efficacia dei farmaci chemioterapici. Inoltre, alcune ricerche cliniche stanno valutando la possibilità di somministrare terapie combinate (insieme) oppure in sequenza e terapie integrate al trattamento chirurgico o locoregionale.

Terapia Adiuvante

A sostegno del trattamento chirurgico principale e dopo una resezione chirurgica completa ad un paziente in stadio IIB/IIC o III può essere consigliata una terapia adiuvante con lo scopo di ridurre il rischio di recidiva, sia a livello locale sia a distanza, e di migliorare la prognosi dopo il trattamento chirurgico.

Sono disponibili due tipologie di terapia adiuvante, immunoterapia e terapia a bersaglio molecolare.

  • Immunoterapia
    Applicabile indipendentemente dalle caratteristiche del melanoma. Crea una sorta di memoria del sistema immunitario, consentendogli di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali in caso di recidiva.
  • Terapia a bersaglio molecolare
    Possibile soltanto se le cellule tumorali presentano specifici marcatori correlati all’esistenza di un bersaglio molecolare (mutazione BRAF). Consiste in un trattamento specifico per bloccare la mutazione genetica che è causa della patologia.
Dottoressa a braccia conserte
PREVENZIONE

Come prevenire il melanoma? 

Per prevenire il melanoma può essere utile intervenire sui fattori di rischio modificabili, quelli che riguardano le abitudini legate al nostro stile di vita, dato che su altri fattori (come la familiarità) non è possibile agire.

Proteggere la pelle dai raggi ultravioletti è la prima buona norma da seguire per prevenire l’insorgenza del melanoma.

Ti forniamo un elenco di consigli per evitare l’insorgenza di questo tumore così insidioso, scorrili tutti. 

Gravidanza e melanoma

La gravidanza è uno dei momenti più belli ed emozionanti nella vita di una donna, che prevede check-up per tutelare la salute della futura mamma e del bambino. In questo quadro ci sono cambiamenti ormonali che contribuiscono a un fisiologico aumento della produzione dei melanociti, le cellule che conferiscono la colorazione alla pelle. Questo aumento può favorire una maggiore pigmentazione dei nei oppure un loro incremento. Non ci sono però evidenze che questi cambiamenti possano aumentare il rischio di melanoma. Tuttavia, questa neoplasia, per le sue stesse caratteristiche (per il fatto che, rispetto ad altre, colpisce spesso anche in età giovane), rimane uno dei tumori più frequentemente scoperti in gravidanza.

Per queste ragioni, è importante che le donne, a maggior ragione quelle più a rischio, svolgano un autoesame dei nei e, nel caso di variazioni nella forma, nel colore o nella dimensione, segnalino il cambiamento al medico.

Donna incinta
PARTNER

Partner di progetto

Intergruppo Melanoma Italiano

L’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI), è formato prevalentemente, ma non esclusivamente, da specialisti in dermatologia, chirurgia, oncologia, anatomia patologica, genetica, medicina nucleare, radiodiagnostica e radioterapia nonché biologi e tecnici sanitari di laboratorio biomedico – che si occupano di melanoma e tumori cutanei non-melanoma.

SIDeMaST

La Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e di Malattie Sessualmente Trasmesse (con sigla SIDeMaST) è stata fondata nel 1885 con il nome di Società Italiana di Dermatologia e Sifilografia e ha per scopo di promuovere lo studio ed il progresso della disciplina nel suo complesso.

A.I.MA.ME.

A.I.Ma.Me è un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel febbraio 2015 con l’impulso di un piccolo gruppo di pazienti che hanno ravvisato in Italia la necessità di sviluppare e diffondere una corretta informazione e conoscenza per i malati di melanoma.

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